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Antonio Tiberi

Redazione

Tiberi: "Lavoro per la consacrazione"

Pubblichiamo alcuni estratti dell'intervista di Antonio Tiberi al magazine Bike, che è possibile scaricare gratuitamente iscrivendosi alla newsletter (per i già iscritti l'invio è automatico). Il capitano della Bahrain Victorious sogna l'impresa al Giro d'Italia. E parla della sua vita lontano dal ciclismo: dalla passione per le auto ai peccati di gola stoppati dalla fidanzata Chiara.  

[...] Per tanti osservatori il 2025 dovrà essere l’anno della consacrazione di Tiberi. Cosa ne pensa il diretto interessato?
“Cerco di fare il lavoro necessario per realizzare questo obiettivo. Poi la strada darà il suo responso perché tanti elementi devono allinearsi. L’unica cosa che posso fare è allenarmi in modo da raggiungere la condizione migliore”. 

Il Giro d’Italia è un traguardo alla portata?
“Sicuramente provare a vincerlo è un obiettivo. E sarebbe importante chiudere sul podio. Sarà un Giro particolarmente duro. Non ci saranno Pogacar e Vingegaard, ma non mancheranno i rivali di alto livello con grande ambizione: Roglic, Ayuso, Almeida e Gaudu. Arrivarci con la migliore condizione possibile terrebbe alto anche il morale”. 

Quale tappa l’affascina maggiormente?
“Sicuramente quella del Sestriere con il Colle delle Finestre. Mi piacerebbe vincerla ripensando alle imprese degli anni passati, in particolare quella di Froome nel 2018. Quelle salite hanno fatto la storia del ciclismo. Tutti i più grandi sono passati da quelle strade. A prescindere da questi ricordi, è la frazione più dura della corsa”. 

[...] A San Marino respira l’aria della Romagna, terra di motori, l’altra sua grande passione. 
“Mi piacciono le auto belle. Le macchine sportive e performanti. Oltre alle competizioni di questo settore. Quando posso, seguo il Rallylegend a San Marino. Oppure vado al circuito di Misano Adriatico. Tre anni fa con i primi premi mi sono comprato una Audi S3 da 300 cavalli. È il mio sfizio. Tra qualche annetto vorrei regalarmi una Ferrari da tenere in garage. Sarebbe bello anche una Porsche GT3 RS”. 

Una vittoria al Giro avvicinerebbe questi desideri.
“Me lo dice anche Damiano Caruso per scherzare: ‘Pensa a fare bene il Giro così ti puoi fare un bel regalo’. Damiano è come un fratello maggiore. Mi dà tanti consigli”.

Anche la sua fidanzata Chiara, da ex triatleta, le dà qualche consiglio sugli allenamenti?
“Più che altro mi aiuta tanto a rispettare i programmi che devo seguire. Soprattutto sulla nutrizione. Anche se sono fortunato perché ho un metabolismo velocissimo che mi permette di bruciare tantissimo e mangio qualche schifezza. Però devo stare attento lo stesso per non appesantire il fegato. Quando andiamo a fare la spesa, Chiara mi blocca sempre agli scaffali dei dolci: mi tentano e metterei tutto nel carrello. Tante volte sto giocando alla playstation e mi prendo patatine e noccioline salate. Per fortuna Chiara mi blocca”. 

[...] Parlate in gruppo del drammatico problema della sicurezza dei ciclisti sulle strade?
“Sì. Chi ha ruoli di governo dovrebbe contribuire a diffondere una cultura di rispetto più civile verso i ciclisti. Mi spiace dirlo ma in Italia siamo molto indietro rispetto a Spagna, Portogallo, Belgio, Olanda e Francia e quasi tutto il resto d’Europa. In Spagna, dove ci alleniamo tanto, gli automobilisti prima di superare aspettano di avere la strada libera per passare a 2-3 metri dai ciclisti, altro che il metro e mezzo di cui tanto si parla in Italia. I camion vanno nella corsia opposta per non passare troppo vicino. Ogni legge deve essere fatta rispettare con severità. In Spagna fanno i controlli con i droni per non farsi vedere dagli automobilisti. Serve sensibilità verso questo tema. Se non ti è mai capitato di essere sfiorato da una macchina a 10 centimetri, non lo capisci”. 

Se chiude gli occhi immaginando l’ultima tappa del Giro, il 1° giugno a Roma, che cosa le viene in mente?
“Per me è il finale perfetto, le mie zone, la mia città posso dire. Con i miei famigliari e gli amici lungo il percorso. Non potrò mai dimenticare la premiazione con la maglia bianca davanti al Colosseo un anno fa. Mi dà morale pensare di poter riprovare quelle sensazioni. Mi ricordo il piccolo Trofeo Liberazione che vinsi da esordiente a 12 anni con l’arrivo alla Terme di Caracalla. Anche la tappa del Giro passerà in quel tratto”.

(Photo credits: Sprint Cycling Agency)