Immagine
Felline vuelta 2016

Federico Guido

Corridori piemontesi e Vuelta a España, chi ha fatto la storia

C’è tanto Piemonte nella storia, passata e recente, della Vuelta a España, che sabato partirà da Torino. Per capirlo basta dare uno sguardo agli albi d’oro delle varie classifiche della corsa spagnola che confermano come, tra gli italiani capaci di lasciare un segno nella più prestigiosa gara a tappe iberica, l’impatto avuto dai corridori nati in questa regione sia stato piuttosto incisivo. Nella storia delle classifiche generali o parziali della Vuelta, infatti, la bandiera tricolore è svettata sopra tutte le altre in sedici occasioni: sei volte per celebrare la conquista della classifica generale, cinque volte per festeggiare la vittoria nella classifica a punti, quattro volte per il trionfo nella classifica di miglior scalatore e una volta per il primo posto nella classifica della combinata.

Il trionfo di Conterno da ammalato

Ebbene, quattro di queste sedici affermazioni portano la firma di corridori piemontesi che in epoche e contesti diversi hanno saputo dettar legge sulle strade di Spagna. La più prestigiosa di queste vittorie è senza dubbio quella del torinese Angelo Conterno che nel 1956, pur affetto da polmonite e febbre alta, riuscì a far sua la maglia amarillo superando per 13 secondi Jesús Loroño e 1’54” Raymond Impanis. Quel risultato, in un’edizione che vedeva al via campioni del calibro Federico Bahamontes, Louison Bobet e Hugo Koblet, arrivò piuttosto a sorpresa anche perché, nella squadra italiana, i riflettori erano puntati soprattutto su Giuseppe Buratti (miglior scalatore l’anno precedente) e l’astro nascente Nino Defilippis. Quest’ultimo, più giovane di Conterno, come lui torinese, riuscì a mettersi in mostra nella stessa edizione aggiudicandosi in solitaria la terz’ultima tappa con arrivo a Bilbao e portandosi a casa il titolo di miglior grimpeur della manifestazione, il terzo nella storia della corsa per l’Italia che, prima di lui e Buratti, aveva già potuto festeggiare il trionfo nella classifica dei GPM nell’edizione inaugurale della Vuelta grazie a Edoardo Molinar.

La prima vittoria di tappa

Piemontese di Rocca Canavese (dove si transiterà lunedì nel corso della terza tappa), Molinar nel 1935 era in gara da indipendente ma, nonostante ciò, trovò il modo di imporsi non solo nella graduatoria di specialità ma di griffare anche la Cáceres-Zamora del penultimo giorno, un successo (il primo di sempre per il nostro Paese) che gli permise di chiudere ai piedi del podio la classifica generale in quella stagione. Viene da Torino anche l’ultimo azzurro (nonché unico non toscano) trionfatore nella classifica a punti della Vuelta ossia Fabio Felline: portacolori al tempo della Trek-Segafredo, il classe ’90 riuscì nove anni fa a indossare la maglia verde sul podio di Madrid totalizzando quattro terzi posti e un secondo che gli consentirono di finire davanti a campioni in lotta per la maglia rossa come Nairo Quintana, Chris Froome, Esteban Chaves e Alberto Contador. Questo exploit vincente, al pari di quelli di Conterno, Molinar e Defilippis, fanno del Piemonte (assieme a Toscana e Lombardia) la regione italiana che, in questi novant’anni, ha dato i natali al maggior numero di corridori in grado di mettere il loro marchio sulle classifiche della Vuelta nobilitandola e contribuendo a darle quel tocco spumeggiante e spettacolare che da sempre la contraddistingue.

(Photo credits: Graham Watson)