Paolo Slongo si confida con Carlo Gugliotta alla trasmissione radiofonica “Ultimo Chilometro”. Un’intervista diretta in cui il preparatore tecnico di Vincenzo Nibali fa il punto sulla condizione atletica dello Squalo, sui suoi programmi primaverili e sulla tappa delle polemiche alla Tirreno-Adriatico.
“Vincenzo non è al top della forma anche se sta molto bene. Per il tipo di preparazione che ha svolto fino ad adesso siamo ancora in grado di modificare i piani per vederlo eventualmente correre non più al Giro d’Italia ma al Tour de France”. Lo ha dichiarato Paolo Slongo, preparatore dell’Astana e di Vincenzo Nibali, in un’intervista rilasciata alla trasmissione radiofonica “Ultimo Chilometro” (che potete ascoltare integralmente a questo link), durante la quale ha parlato anche della tappa annullata alla Tirreno-Adriatico con arrivo a Monte San Vicino.
“Dopo la Tirreno-Adriatico possiamo valutare di fare la Volta a Catalunya o il Giro dei Paesi Baschi prima di Amstel, Freccia e Liegi. Dopo quest’ultima corsa può fare una pausa e infine riprendere la preparazione del Tour con Giro del Delfinato o Giro di Svizzera. La nostra perplessità sta nel fatto che al Giro d’Italia 2016 ci saranno diversi arrivi di tappa sopra i 2000 metri e non vorremmo trovarci nella situazione della Tirreno, dove siamo venuti alla corsa per fare bene e non ci sono condizioni per farlo perché una tappa decisiva viene annullata. Dobbiamo valutare bene perché Vincenzo ha la necessità di fare una buona stagione in vista delle Olimpiadi di Rio, in quanto il percorso si addice molto alle sue caratteristiche e non può perdere un’occasione che capita una volta nella vita”.
“Oggi, venendo in hotel, ho deciso di fare in macchina la parte finale del percorso – prosegue Slongo – e posso dire che nel finale di tappa la corsa sarebbe stata sicura: prima dell’ultimo chilometro c’era una temperatura di circa 7 gradi e sulla strada è scesa giù solo un po’ di pioggia. Forse la decisione presa da RCS è stata troppo affrettata. Parlando non solo per Vincenzo ma in modo più ampio è giusto garantire la sicurezza per i corridori, ma secondo me non c’erano le condizioni per non correre”.
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