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Federico Balconi
Federico Balconi

Pedalare in sicurezza, la manutenzione della bici è una questione di responsabilità

di Federico Balconi, avvocato e fondatore dell'associazione Zerosbatti

La bicicletta è un veicolo con pari diritti e doveri degli altri utenti della strada. Le persone al volante di veicoli a motore non hanno più diritto di quelle su due ruote muscolari di occupare la sede stradale. E’ anche vero che le persone in bici hanno pari obblighi e doveri, e tra questi ce n’è uno spesso trascurato: la manutenzione della bicicletta. La prudenza non è mai abbastanza, ma partiamo dal minimo: la scarsa manutenzione della bicicletta espone il ciclista ad ulteriori rischi durante la guida, per questo il nostro codice richiede requisiti minimi: freni perfettamente funzionanti, luci, gomme in buono stato d’uso. Non si tratta solo di una buona pratica, ma di una vera e propria responsabilità, personale e civile, imposta anche dalla legge. Una bici in cattive condizioni non è solo inefficiente, è anche pericolosa per chi la guida e per gli altri utenti della strada e potrebbe comportare una sanzione.

Perché la manutenzione non è opzionale

Il Codice della Strada, in particolare l’art. 68 C.d.S. specifica che la bicicletta (rifiutiamo il termine velocipede) deve essere “in buone condizioni di efficienza” e dotata di dispositivi di sicurezza funzionanti: freni davanti e dietro funzionanti, luci funzionanti anche di giorno, campanello, catadiottri. Un freno consumato, una catena che salta, una gomma liscia, una luce spenta possono essere causa di un incidente, o impedirti di evitarlo. Un impianto frenante efficiente infatti ti consente di arrestare tempestivamente la bicicletta dinanzi a un ostacolo, anche se improvviso: pensiamo all’auto che viola un divieto di precedenza o entra allegramente in rotonda. Talvolta si potrebbe evitare, seppure con ragione nella dinamica, di essere travolti, e una bici in cattivo stato non è certo di supporto!

Gli elementi da tenere sotto controllo

Una manutenzione basilare può essere fatta anche senza essere meccanici esperti. Ecco gli elementi da verificare con regolarità:
    •    Freni: devono essere sia anteriore sia posteriore, reattivi e dare una frenata costante, non devono cigolare, e le pastiglie non devono essere consumate. Il controllo ogni due settimane se si usa la bici tutti i giorni.
    •    Pneumatici: pressione adeguata e battistrada integro. Gomme sgonfie o lisce aumentano il rischio di scivolamento e forature o stallonamento.
    •    Luci e catadiottri: obbligatorie e funzionanti, anche di giorno con il nuovo codice. Ricordarsi di verificare lo stato della batteria.
    •    Catena e trasmissione: pulita e ben lubrificata. Una catena secca o troppo tirata può rompersi o saltare.
    •    Campanello: semplice ma fondamentale per segnalare la propria presenza, soprattutto in aree promiscue pedoni-bici.
    •    Viti e bulloni: stringere regolarmente quelli di manubrio, sella, ruote. Le vibrazioni del terreno possono allentarli con il tempo. Meglio con una chiave dinamometrica, specie se materiali di ultima generazione.

Sicurezza e legalità: il nesso causale

Ogni azione della nostra vita ha conseguenze giuridiche, specialmente se si tratta di una violazione, e tra queste il corretto stato della bicicletta. In caso di incidente il ciclista potrebbe infatti essere accusato di avere una bicicletta non efficiente e quindi in qualche modo di aver contribuito all’incidente stesso. Immaginiamo un ciclista che non riesca a frenare o che perda il controllo della propria bicicletta a causa del cattivo funzionamento, provocando magari una collisione: violerebbe l’art. 141 che impone a qualunque utente della strada di fare il possibile per evitare il sinistro.
La giurisprudenza ha più volte ribadito che il mancato controllo del proprio veicolo potrebbe costituire una colpa concorsuale.

Una cultura della cura

La bicicletta è un mezzo semplice ma ciò non significa che non richieda cure importanti, ed anzi bisogna abituarsi a pensare che dall’efficienza di quel mezzo dipende anche la nostra incolumità, come fosse una moto da gran premio, che deve essere sempre perfettamente a punto, per consentirci di evitare o di ovviare agli errori altrui. Le nostra ossa ci ringrazieranno. Promuovere una “cultura della manutenzione” significa ridurre incidenti, prolungare la vita del mezzo, e soprattutto trasmettere l’idea che la sicurezza è un fatto condiviso, che parte dal singolo. La manutenzione della bicicletta non è solo una questione tecnica: è un atto civico e anche d’amore verso la nostra bici.