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Redazione

Ride Like a Flandrien. Oudenaarde e de Ronde

Abbiamo pedalato per una settimana sulle strade del Giro delle Fiandre insieme a Turismo Fiandre, raccontando le storie incontrate in giornate così speciali per questa terra. L'ultima pedalata è stata proprio durante la corsa, intorno ad una Oudenaarde vestita a festa. Un'esperienza che nessun partecipante riuscirà a dimenticare.

E' l'una di notte e nella piazza del mercato di Oudenaarde gli ultimi bar aperti stanno sparando a medio volume le hit conclusive dei loro dj set. Della festa che ha scosso l'intera cittadina per quarantotto ore resta poco: gruppi di giovani (e non) ubriachi di birra e di ciclismo, inebriati da un travolgente finale di gara, da celebrare a dovere, barcollano sorridenti agli ingressi dei bar. E' sufficiente fare venti passi lontano dai banconi, però, per trovare il silenzio. Pioviggina, e sembra inevitabile: non so perchè ma ho l'impressione che da queste parti a mezzanotte inizi sempre a piovere. Sarà il vento, ancora lui, quella fredda brezza che fa rotolare migliaia di bicchieri di plastica vuoti per terra, che rimbalzando sul selciato della piazza creano la strana colonna sonora di questa serata. Una musica che sa di stanchezza e di soddisfazione.
 


Sono in tanti ad essere stanchi in questa nottata fiamminga. I corridori, uomini e donne, che hanno pedalato tutto il giorno; i cicloamatori che ancora non hanno smaltito le fatiche in sella della vigilia, i tifosi che sono in piedi da ore e hanno i banconi dei bar come unico appoggio. E poi ci sono cento persone che hanno vissuto un'esperienza unica, e forse la stanchezza nemmeno la sentono: questa è stata la Ronde van Vlaanderen Fan Ride. Gli ultimi cento chilometri del Fiandre pedalando sulle stesse strade dei professionisti, un'ora prima del passaggio dei campioni. Un gruppo eterogeneo, forse ancora più internazionale di quello della gara principale, sfilacciatosi sui muri e sul pavè e ricompattatosi con grandi tirate in pianura. Già perchè in questo caso la tempistica era fondamentale, impossibile farsi tamponare dalla gara alle spalle, quindi ritmo minimo di 25 km/h e via, a prescindere dalle gambe. Per i tanti non allenati si annunciava come un calvario, ma per una volta lo scenario era sufficiente a dare la spinta: una giornata calda e primaverile come capita di rado, una partecipazione popolare numerosa a bordo strada, a incitare con cori e urla. Salire sulle pietre dell'Oude Kwaremont, la salita simbolo del Fiandre, letteralmente abbracciati da tremila tifosi scatenati, è un'esperienza che nessuno dei partecipanti dimenticherà mai. Questo dicevano i sorrisi in cima e al traguardo.


 
Lo conferma Michele, il vincitore italiano del concorso "Ride Like a Flandrien", che lo ha premiato con la partecipazione alla Fan Ride. Michele viene da un paese del Veneto, uno di quei luoghi che rappresentano il cuore pulsante del ciclismo italiano, la provincia da cui spuntano i campioni che provano a vincere anche su queste strade. Ottomila anime e una società ciclistica che si impegna da sempre a mettere in sella ragazzini e adulti, e poi quella folla di amatori che cercano di uscire a pedalare ogni giorno anche in pausa pranzo. Gruppi di amici che si trasformano in piccole squadre, qualche azienda locale che finanzia le divise e via in sella. E' un ciclismo molto diverso da quello che si incontra in giro per il mondo, più antico e popolare verrebbe da dire. Michele ha sempre voluto correre nelle Fiandre, ma pure quest'anno nessun suo compagno riusciva a prendere ferie a sufficienza, così ha trovato il concorso in rete e ha iniziato a fare i calcoli giusti per vincerlo. Il premio sono state giornate faticose ma entusiasmanti, un impatto con il pavè più duro del previsto anche per uno che macina chilometri come lui, abituato a scorrere sull'asfalto "mentre qui salti come un canguro", confessava dopo la prima ricognizione. Sino alla pedalata di domenica mattina e alla festa.


 
La stessa festa la starà celebrando Peter Sagan, non sotto la pioggia di Oudenaarde ma in qualche caldo albergo. E con la sua vittoria festeggia tutto il ciclismo. Celebra un campione del mondo che vince una classica monumento, celebra il trionfo di chi non ha paura di attaccare e accettare le sfide: quando Michal Kwiatkowski lancia l'attacco e Sep Vanmarcke lo segue i breve tempo, Sagan annusa la vittoria e risponde. Altri attendono ancora, e l'apoteosi di Oudenaarde finiscono per guardarla da lontano. O da vicinissimo, come Fabian Cancellara, che maledirà per anni la propria esitazione nel non seguire l'azione decisiva, nel suo ultimo Fiandre che si conclude con un secondo posto tra le lacrime. Se avesse vinto qui, dove lo ritengono più fiammingo che svizzero, lo avrebbero quasi nominato erede al trono. Ci riproverà domenica a Roubaix, ma non sarà la stessa cosa.


 
La festa sta finendo, i fusti di birra sono quasi vuoti, domattina i bicchieri saranno stati tutti raccolti e Oudenaarde tornerà alla sua vita di tutti i giorni, a una primavera che in un modo o nell'altro sta arrivando anche qui. Da domani sarà tutto più silenzioso, piano piano scompariranno le biciclette dalle vetrine e gli striscioni giallo-neri con cui ogni via dichiara il proprio amore per la Ronde. Resteranno i ciclisti, resterà l'attesa, perchè qui non si smette mai di correre -già mercoledì tocca a un appuntamento storico come la Scheldeprijs- e perchè qui tutto torna, anno dopo anno.
Nel frattempo, da qualche parte, in un ufficio di Flanders Classics, un grafico inizierà a selezionare le migliori foto dell'impennata di Sagan per il manifesto del Giro delle Fiandre 2017. Sarà un manifesto bellissimo, con un protagonista di cui è impossibile non innamorarsi, proprio come di questa terra.



Filippo Cauz
immagini di Digitalclickx.com



Ride Like a Flandrien / 1 - Il vento di Bruges
Ride Like a Flandrien / 2 - Tra muri e pavè