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Redazione

Tour: ancora Kittel, ma di un soffio

Photofinish. Una parola che spaventa ogni velocista, che significa tensione e attesa. Chilometri di strada, vento e fatica, chilometri ad inseguire i malcapitati fuggitivi, a sferzare i compagni di squadra in testa al gruppo, e poi va a finire che per decidere la volata bisogna usare il calibro, calcolare i millimetri, e intanto aspettare. La tappa di oggi dura più a lungo del previsto, dura un quarto d'ora più della volata, forse durerà tutta la sera, questo è il destino delle volate di questo Tour de France, arrivato al quarto sprint in sette giorni.

L'esito sudato è il degno completamento di un'altra tappa canicolare. Fa caldissimo e nessuno vuole rilassarsi ne' distanziarsi da un copione ormai obbligato. Fuga via al chilometro zero, gruppo all'inseguimento sincronizzato: poco vantaggio ma tenuto costante, oggi più che mai. I quattro coraggiosi sono Manuele Mori, Yohann Gène, Dylan Van Baarle e Maxime Bouet, il loro vantaggio ondeggia stabilmente tra 2'15" e 2'40". C'è una timida minaccia di vento nel finale, ma per il resto non accade nulla, assolutamente nulla.

Lo spauracchio del vento scompare abbastanza presto: le squadre principali hanno i loro esploratori che precedono la corsa e inviano segnalazioni utili. La segnalazione di oggi era: nulla da segnalare. A 20 chilometri dall'arrivo la testa del gruppo si scuote, sferzata da Tony Martin, con Sky, Orica e Movistar che si portano avanti pensando a chissachè. Ma dura un attimo, poi tocca ai treni dei velocisti organizzarsi: davanti a tutti torna Julien Vermote, come da inizio tappa, quasi da inizio Tour, a fare il passo per la Quick-Step. A lui il compito di riassorbire gli attaccanti, ridotti a tre nell'ultimo sforzo di speranza.

Il rettilineo finale è lungo cinque chilometri, solo il traguardo è leggermente in curva, e la velocità toccata dalla testa del gruppo è astronomica. Il ritmo si alza fino superare abbondantemente i 60 all'ora. Qualche spallata tra gli uomini di Démare e quelli di Bouhanni, ma sotto il triangolo rosso il primo a passare è Matteo Trentin, locomotiva del treno blu di Marcel Kittel che sembra lanciato verso la sua prima vittoria chiara e pulita. E vittoria sarà, ma di chiaro non c'è nulla, c'è solo un photofinish più stretto che mai. La mossa a sorpresa è quella della Dimension Data, che perso Mark Cavendish ha deciso di puntare su Edvald Boasson Hagen. Lanciato alla perfezione da Reinardt Janse van Rensburg, il norvegese prende lo sprint in testa e non molla fino alla fine. Kittel si lancia ai -75 metri, lo affianca ai -50, lo supera mai. E' un colpo di reni a decidere tutto, quello che il tedesco dà con la consueta decisione, mentre il norvegese se lo tiene per se', lo sfoga timidamente sulla linea bianca, lui che velocista non è, e da un velocista viene battuto. Di un soffio.


Ordine d'arrivo:
01. Marcel Kittel 05h03'18"
02. Edvald Boasson Hagen st
03. Michael Matthews
04. Alexander Kristoff
05. John Degenkolb
06. Dylan Groenewegen
07. Rüdiger Selig
08. Nacer Bouhanni
09. André Greipel
10. Daniel McLay


Classifica generale:
01. Christopher Froome 28h47'50"
02. Geraint Thomas a 12"
03. Fabio Aru a 14"
04. Daniel Martin a 25"
05. Richie Porte a 39"
06. Simon Yates a 43"
07. Romain Bardet a 47"
08. Alberto Contador a 52"
09. Nairo Quintana a 54"
10. Rafał Majka a 01'01"



Filippo Cauz
(foto e video via A.S.O.)