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f.rossi

Bici e treno, l'Europa ancora indietro

Cinque mesi di analisi. Una settantina di compagnie ferroviarie coinvolte. Da Lisbona a Oslo, da Atene a Dublino, coprendo un territorio di 4mila km. È il lavoro che ha portato alla recente pubblicazione del report 'Cyclists love trains: An analysis of the bicycle friendliness of European railway operators'. Una vera e propria radiografia delle ferrovie di tutta Europa e oltre, in cui la European Cyclists’ Federation (Ecf) ha provato a rispondere alla domanda: come si combinano treno e bici, vale a dire i due mezzi di trasporto oggi più sostenibili ed ecologici? Una questione non da poco, se si considera che il 2021 è stato dichiarato ufficialmente European Year of Rail. E che, lanciando il Green deal, il nostro punta ad essere il primo continente a impatto climatico zero. Eppure "ci sono ancora parecchi ostacoli", spiega Fabian Küster, direttore affari europei e advocacy presso l'Ecf, tra gli autori del report: "Su 69 aziende analizzate, il 22% non offre alcun servizio di trasporto bici. Si tratta spesso di linee ad alta velocità e transfrontaliere, per cui un ciclista è costretto a salire su locali e regionali, ben più lenti. Inoltre alcune compagnie impongono varie restrizioni, come il divieto di caricare le bici nelle ore di punta. O chiedono biglietti esorbitanti, ad esempio per andare da Oslo a Bergen bisogna sborsare più di venti euro".

Una situazione complessa…
Nel 2021, nel contesto dell'European green deal, della crisi climatica e della ripresa dalla pandemia, non è accettabile.

Cosa servirebbe per superare questi ostacoli?
Nelle nuove 'Rail Passengers’ Rights and Obligations' si prevedono quattro posti per le bici su ciascun treno. Le aziende dovrebbero aumentare questi spazi e permettere di trasportare anche le bici non pieghevoli. I biglietti dovrebbero essere convenienti e i servizi alla portata di tutti.

La Commissione Europea ha dichiarato il 2021 European Year of Rail: che portata ha quest'iniziativa?
Sono in agenda dibattiti ed eventi, come il Connecting europe express: un treno che da ottobre attraverserà l'Europa per promuovere questo mezzo di trasporto veloce, efficiente ed ecologico.

Cosa vi ha spinto ad intraprendere l'enorme raccolta di dati alla base di questo studio?
Innanzitutto volevamo porre all'attenzione di tutti questa tematica. Il report vuole essere una risorsa con cui i politici e i leader del settore possano comprendere meglio l'attuale panorama e adottare riforme o influenzare l'industria ferroviaria.

In che modo è stato condotto il lavoro?
Abbiamo creato un database di informazioni, contattando le compagnie per i dati che mancavano. Abbiamo ideato un sistema di punteggio incentrato sul criterio della flessibilità per l'utente. Sono stati coinvolti anche i membri di Ecf per ricevere feedback e contributi. Infine, abbiamo dato i voti…

Perché, nell'era del Green deal, le aziende faticano ancora a comprendere l'importanza di andare incontro alle esigenze dei ciclisti?
Non possiamo dirlo con certezza. In passato, le compagnie temevano che fornire spazi per le bici significasse offrire meno posti ai passeggeri e quindi ridurre le entrate. Oppure si riteneva che le operazioni di carico e scarico fossero complesse da gestire. Ma, con la pandemia, i pendolari hanno iniziato a lavorare da casa e oggi le aziende devono conquistare nuovi clienti. Vanno pescati nel bacino di chi svolge attività nel tempo libero, come i ciclisti: anche per questo, ha molto senso investire in più spazi per le bici sui treni.

(Foto: Shutterstock)