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Redazione

Padun e Jakobsen, vittorie per l'Ucraina. L'appello di Popovych

Anche il ciclismo è solidale all'Ucraina. Non solo la nota della Federciclismo per i tanti ciclisti ucraini che negli anni hanno corso per società italiane, ma anche le prime vittorie con dedica. Come nel caso di Mark Padun, nato a Donetsk, che ha dedicato il successo nella crono di O Gran Camino con la sua Education Easypost al suo Paese ("la mia vittoria è per loro"). Oppure l'olandese Fabio Jakobsen, atleta della Quick Step, che dopo aver vinto la Kuurne-Bruxelles-Kuurne, ha detto: "La mia mente va anche all'Europa dell'est. È in Ucraina, con tutti. Lì c'è in corso una guerra, mentre noi in Belgio e Olanda possiamo fare tutto quello che vogliamo. Abbiamo modo di uscire, guardare la gara, girare liberamente in bicicletta. Per questo la mia testa e il mio cuore sono laggiù. Spero che chi è lì possa superare ciò che sta succedendo".

Poi ci sono gli ex professionisti, come Yaroslaw Popovych, che in un appello social, visibilmente commosso, ha chiesto aiuti per l'Ucraina da dove riceve i drammatici messaggi di tanti amici e connazionali: "Se potete aiutarmi, contattatemi in privato e troverò in ogni Paese persone che porteranno i vostri aiuti in Ucraina. Abbiamo bisogno di tutto: vestiti, medicinali, accoglienza, tutto, perché la situazione è davvero drammatica".

Il messaggio più accorato però è arrivato da parte di Andrei Tchmil, vincitore di una Parigi Roubaix (1994), una Milano Sanremo (1999) e un Fiandre (2000), accolto dal suo storico rivale Johan Musseuw. Tchmil, che oggi vive in Moldova, lo ha chiamato per dirgli che sarebbe andato a combattere, dopo aver spedito moglie e figlio in Romania: "Vado a combattere", gli ha detto a Musseuw, "volevo solo sentirti di nuovo, Johan. Non so se ci sarò domani o dopodomani, lo spero, ma ti do un bacio grande". Parole che in realtà sono poi state smentite dai diretti interessati.

(Articolo aggiornato il 4 aprile 2022 alle 10:53)

(Foto: Shutterstock)