L'azienda che sogna di rivoluzionare l'e-bike
Articolo pubblicato su BIKE Volume 8, edizione spring, aprile-giugno 2022
Il boom delle bici elettriche potrebbe avere raggiunto un punto di svolta. Le strade, sempre più bike friendly, la necessità di non assembrarsi eccessivamente sui mezzi pubblici e la calante propensione, da parte di molti, a utilizzare l'auto per evitare mal di pancia da traffico e parcheggio, stanno accompagnando tanti italiani verso le due ruote. Spesso anche a pedalata assistita. E se i biker dell'elettrico sanno che l'unico vero limite all’utilizzo dell’e-bike come mezzo di trasporto potrebbe essere rappresentato dalla batteria, costruttori e attori della filiera della mobilità sostenibile sono al lavoro per trovare soluzioni.
Nel bouquet delle possibili scelte è comparsa anche E-thunderbolt, una bici che si ricarica da sola sfruttando il principio dell'alternatore lineare. Il concetto alla base è molto simile a quello della dinamo che, sfruttando la rotazione della ruota e l’attrito, facevano accendere le lampadine. Soltanto che non ci sono parti a contatto e il trasferimento dell'energia in questo caso avviene mediante interazione di campi magnetici.
Con questo stratagemma, infatti, l'efficienza del recupero di energia è molto maggiore, fino a dieci volte superiore a quello di una dinamo, e con un rendimento che consente di apportare alla batteria un boost di potenza ulteriore rispetto a quello di una batteria tradizionale. Quando il biker non richiede assistenza alla pedalata, in pratica, la bicicletta recupera energia dalla rotazione della ruota posteriore.
Lo sfruttamento del campo magnetico avviene mediante sensori interni alla gomma che comunicano con elettrodi che generano energia trasferendola alla batteria. La centralina è il cuore di questa bici e permette di gestire la richiesta di aiuto alla pedalata, in un mix di forza generata dal ciclista e dal motore, con la ricarica. Questo sistema utilizza una batteria a ultracap a carica rapida in grado di immagazzinare l’energia sufficiente per ottenere una ripartenza rapida. In più la bicicletta è realizzata in fibra di carbonio e il peso totale è di circa sei chilogrammi inferiore rispetto ad una e-bike tradizionale.
Attraverso un’app è inoltre possibile impostare la bici per un allenamento completo. Ad esempio, sempre pedalando in pianura, è possibile percorrere tratti aiutati dal motore, quindi come se si fosse in discesa, alternandoli ad altri dove il generatore ricarica corrente, simulando di fatto una salita.
Ad avere avuto l’idea di questa e-bike è stata un'azienda milanese, Fast man service, che produce macchinari innovativi per lo smistamento lineare di pacchi. L'utilizzo di un alternatore lineare, applicato in campo industriale a questi impianti, grazie a magneti e induttori, recupera sino al 70% dell'energia, spiega a BIKE Dario Sorice, amministratore delegato di Fast man service. Il segreto è la tecnologia Gpml che sfrutta il magnetismo per il recupero dell'energia. E ha un sogno Sorice: “Vogliamo aprire un'azienda che produca con tecnologia e componentistica italiane”. Soluzioni che potrebbero passare dai carrelli trasportatori di merci alla mobilità su due ruote sino, un domani, anche a quella di automobili e treni.
I punti di forza assicurati da E-thunderbolt, del resto, non sono certo banali: percorrenza illimitata con bilancio energetico controllato; sforzo mediato del ciclista in percorsi misti salita-discesa; nessuna necessità di punti di ricarica durante un viaggio; riduzione della capacità e peso della batteria; rapido recupero della potenza di spunto in città.
Nella foto in alto il team di Fast man service con l'e-bike progettata: da sinistra Silvano Coccetti, Federico Sergio, l'ex pro Osvaldo Bettoni e Simone Sartori