Sharing mobility sempre più elettrica, leggera e diffusa. I dati del sesto Rapporto nazionale
Tra ripresa post-pandemia, tendenze consolidate e nuove idee, l’appuntamento annuale con la Conferenza nazionale della sharing mobility, svoltasi lo scorso 10 ottobre a Roma, ha ribadito come la mobilità condivisa sia oltre al futuro, anche il presente delle nostre città.
Il 6° Rapporto Nazionale sulla sharing mobility, elaborato dal relativo Osservatorio nazionale, raccoglie i dati del 2021 (con alcune stime sul primo semestre 2022) comunicati da parte degli operatori membri del network dell’Osservatorio. Un documento che spiega come il fenomeno sia in crescita, per utilizzo e diffusione, e come stiano anche cambiando le modalità di utilizzo degli stessi vehicle sharing (intesi come car sharing, scooter sharing, bikesharing e monopattino-sharing).
Vehicle sharing, dominano i monopattini e calano bici e auto
La prima evidenza è il ritorno ai livelli pre-pandemia. I circa 35 milioni di viaggi realizzati in sharing mobility segnano un +61% sul 2020 e +25% sul 2019. Trainano questa crescita soprattutto lo scooter sharing e il monopattino, che rappresenta la metà dei noleggi totali (17,8 milioni) segnando un +143% sui noleggi e una distanza percorsa quasi triplicata (da 14,4 a 41,2 milioni di km).
In contrazione rispetto al 2019 bike sharing e car sharing
Il primo sta passando un anno di transizione, tra “ricalibrazioni” più elettriche delle flotte e nuovi bandi nelle grandi città, mentre il secondo diminuisce nei noleggi brevi ma viene sempre più utilizzato in quelli lunghi (da 32 a 43 minuti medi in due anni). Il segnale è dunque che le auto, sempre più elettriche, vengono adesso noleggiate anche per periodi più lunghi come la giornata e il week-end.
Monopattini insicuri? Il Rapporto dice altro
La grande novità di questo Rapporto 2022 è rappresentata dal primo studio sull’incidentalità dei veicoli di micromobilità in sharing. I dati raccolti smentiscono con i fatti la diffusa percezione nell’opinione pubblica che vede il monopattino come un veicolo intrinsecamente insicuro.
Da un’analisi comparativa emerge che il servizio di monopattino in sharing registra un livello di incidentalità, per km percorsi, solo di poco superiore a quello dello scootersharing, esattamente 2,07 incidenti ogni 100 mila km contro 1,72 del ciclomotore. La classifica rapportata per numero di noleggi vede i monopattini addirittura sotto lo scootersharing (5,01 incidenti ogni 100 mila noleggi contro 7,77).
Quasi 89mila veicoli di sharing in Italia e il 95% sono a zero emissioni
La seconda evidenza è l’evoluzione dell’offerta, che riduce l’impatto ambientale e spaziale delle città. Il 94,5% dei veicoli è a zero emissioni, mentre scende di una decina di chili la media del peso dei veicoli (111 kg), diminuendo anche gli spazi occupati soprattutto nei centri cittadini.
Dal rapporto emerge inoltre come lo sharing si stia ampliando a macchia di leopardo in tutta Italia, con 89 mila veicoli (+5% in un anno) divisi in 190 servizi (+32) presenti in 62 capoluoghi di provincia, per la prima volta un numero superiore a quelli sprovvisti. A trainare questo dato la diffusione della sharing mobility nelle città del Sud e in quelle medio-piccole.
Mobilità condivisa significa risparmiare quasi 4mila euro all’anno
Usufruire della mobilità condivisa è anche conveniente dal punto di vista economico. Seppur presenti un costo medio al minuto superiore al trasporto pubblico locale (anche per via di un’IVA maggiore), la sharing mobility è molto più economica rispetto a servizi come il taxi, confermando la sua complementarietà al Tpl. Il costo medio di uno spostamento con l’auto privata è fino a 4,5 volte superiore a quello derivante dalla combinazione di servizi di mobilità sostenibile e condivisa. Rispetto ai costi fissi per il possesso di un’auto, si stima un risparmio annuo fino a 3.800 €.
(Foto: Sabrina Aquilani)