Pogacar e le patatine di Bugno
Le ultime tre vittorie di Tadej Pogacar hanno aperto un dibattito tra gli appassionati di ciclismo: spettacolo o noia? Ovviamente sono le modalità dei successi dello sloveno a Mondiale, Giro dell’Emilia e Lombardia (dopo la doppietta Giro e Tour) ad avere alimentato questa discussione.
Il fuoriclasse della Uae Emirates ha lasciato tutti sul posto con azioni solitarie rispettivamente a 51 km (dopo aver lasciato i migliori già a 101 km), 37 km e 48 km dagli arrivi di Zurigo, San Luca e Como. Nessuno ha nemmeno provato a resistergli. Verdetti già scritti dopo poche pedalate di scatto. Anche i commenti sui canali social di Bike Channel in questi giorni testimoniano queste divergenze di opinioni. C’è chi continua a esaltarsi davanti alle azioni d'altri tempi di Pogacar che portano a paralleli mai fatti in precedenza con Eddy Merckx. E chi comincia a sbadigliare perché lo strapotere di Tadej cancella ogni incertezza anche in gare combattute fino agli ultimi chilometri, come tradizionalmente accade con Mondiale e Lombardia.
Nei giorni scorsi è stato curioso un commento di Gianni Bugno in occasione della cerimonia che lo ha portato nella Hall of Fame del Giro d’Italia. Il due volte campione del mondo ha parlato dopo il Mondiale, quindi prima ancora di Emilia e Lombardia. E lo ha fatto con la sua solita schiettezza: “Sono tornato a casa pensando di gustarmi in tv gli ultimi 100 km del Mondiale. Mancava ancora tanto tempo alla fine. Mi ero preparato le patatine da sgranocchiare sul divano quando c'erano ancora più di due ore di corsa. Invece, la gara era già finita. E le patatine sono rimaste lì”. E c’è da immaginare che le patatine siano rimaste lì anche in occasione dei successivi giri di Emilia e Lombardia.
(Photo credits: Sprint Cycling Agency)