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Sergio Rossi
Stefano Scacchi

Sergio Rossi: "Che emozione ridare un futuro grazie alla bicicletta"

Ci sono i numeri delle filiere imprenditoriali. Ma prima di tutto, quando si parla di bicicletta, ci sono le emozioni. A maggior ragione quando sullo sfondo c'è la pista del velodromo Vigorelli di Milano. E' in questo luogo mitico del ciclismo italiano che si svolgono i corsi del programma 'Bike Economy La Scuola', il primo competence center in Italia dedicato alla formazione dei futuri lavoratori dell'industria della bicicletta, organizzato dalla Camera di commercio di Milano, Monza Brianza e Lodi. Sono stati proprio questi corsi a riavvicinare il Vigorelli al mondo del ciclismo. In attesa di evoluzioni su un rilancio della pista, l'unica attività sportiva era il football americano sul prato.

Vigorelli

Ogni anno se ne parla durante il forum 'Come corre la Bike economy'. Approfondiamo il discorso con Sergio Rossi, vice-segretario generale della Camera di commercio milanese, ispiratore di questa attività a favore della bicicletta. "La cosa più bella osservata in questi anni è vedere ragazzi e adulti che, dopo aver perso il lavoro o aver deciso di cambiare vita, riescono a reinventarsi in questo obiettivo grazie alla prima cosa che ti dà un senso di libertà quando sei bambino: la bicicletta, che ti permetteva di fare quello che non potevi fare a piedi. Abbiamo visto adulti che hanno perso il lavoro oppure ragazzi che hanno mollato l'università al quarto anno perché non ne potevano più di quel corso e non facevano nulla da mesi e sono riusciti a riscoprire un nuovo sprint grazie alla bicicletta. E' impagabile vedere un futuro ricostruito grazie allo strumento del primo senso di liberà della tua vita", spiega Rossi, insieme a Claudia Ausano, responsabile sviluppo sostenibile della Camera di Commercio, andando al di là delle cifre illustrate per spiegare il successo di questo approccio: 360 nuovi professionisti formati, tasso di collocamento del 40% a sei mesi dai corsi. "Dopo il Covid abbiamo riunito tutti i protagonisti del mondo della bicicletta intorno a un tavolo. Ci siamo resi conto che esisteva una mancanza produttiva. Molti artigiani ci raccontavano che non sapevano a chi passare il testimone della tradizione in una zona come quella delle province di Milano, Monza Brianza e Lodi, prime in Italia per imprese, addetti e giro d'affari. C'era chiaramene un problema di capitale umano. Non solo a livello di riparazione, manutenzione, saldatura e verniciatura. Ma in alcuni casi anche di gestione nel senso che alcuni operatori non avevano capacità manageriale per mandare avanti l'attività con competenze economiche".

bike economy vigorelliDa qui è partito il percorso formativo che coinvolge tanti altri servizi. Ad esempio, l'assistenza nella ricerca di opportunità di export, particolarmente utile in un settore industriale a filiera corta come quello della bicicletta: "Uniamo le richieste dei compratori stranieri con l'offerta delle aziende del nostro territorio, poi ci pensano loro a chiudere. Abbiamo ottenuto ottimi risultati in Francia e nel Nord Europa dove apprezzano molto i modelli di qualità dei produttori italiani e sono disponibili a pagare di più per soluzioni innovative. Il primo mercato è quello francese con il 26% del totale delle vendite". Poi ci sono la spinta al bike to work, che funziona soprattutto alle porte di Milano in aziende dove i dipendenti provengono da paesi limitrofi in un raggio di pochi chilometri, all'utilizzo della cargo-bike per iniziative imprenditoriali e alla crescita del cicloturismo nei dintorni del capoluogo lombardo. "Una delle motivazioni iniziali del nostro progetto - continua Rossi - è stata proprio la volontà di ridistribuire nelle zone limitrofe i flussi di turisti che arrivano su Milano. A maggior ragione considerando che si tratta di un turismo di qualità". Questo obiettivo passa attraverso i bandi preparati dalla Camera di commercio per fare in modo che gli esercizi commerciali vicini agli itinerari ciclabili diventino strutture bike-friendly che ricevono finanziamenti per favorire l'afflusso di cicloturisti con posteggi attrezzati per le biciclette, colonnine per la riparazione o il pompaggio delle gomme, distribuzione di bevande e merendine, come succede, ad esempio, in Trentino Alto Adige o Toscana. E' indispensabile attrezzare le ciclabili per attrarre più cicloturisti. Il prossimo passo sarà quello di creare una piattaforma digitale che illustra le strutture bike-friendly oltre alla ciclovie.

bike economy vigorelliSono già una ventina gli imprenditori che hanno risposto, l'obiettivo ovviamente è proseguire con numeri ancora più ampi avviando un circolo virtuoso che spingerà le amministrazioni comunali a sviluppare altre reti ciclabili. Al momento il lavoro è concentrato soprattutto sul lodigiano, ma hanno risposto anche strutture in Brianza e verso il confine con la provincia di Bergamo. D'altronde proprio la Camera di commercio di Bergamo, insieme a quella di Brescia, ha chiesto agli uffici di Via Meravigli di estendere il progetto Bike economy ad altre aree della Lombardia. Sono in corso contatti per farlo al più presto condividendo il know-how accumulato in questi anni. Per accrescere il numero dei sorrisi di chi ritrova il futuro grazie al primo oggetto che rende liberi da bambini: la bicicletta.