
Analisi Giro d'Italia: ma UAE senza Pogacar è davvero così forte?
Simon Yates ha meritatamente conquistato il primo Giro d'Italia della sua carriera. Nell'edizione numero 108 della Corsa Rosa il britannico ha ribaltato ogni pronostico, strappando la casacca di leader della classifica generale dalle spalle di Isaac Del Toro nel corso della penultima tappa, sul Colle delle Finestre. La UAE Emirates-XRG si è comunque consolata con la maglia bianca di miglior giovane del messicano, due vittorie di tappa, svariati piazzamenti e la vittoria della classifica a squadra. La Corsa Rosa ha portato tutto sommato un discreto bottino alla formazione emiratina, che però ha mancato il bersaglio grosso.
Senza Pogacar si raccoglie poco
La provocazione nasce in maniera naturale: la UAE è una formazione fortissima, che ha già raccolto numerose vittorie già in questa stagione. L'impressione che si ha però è che se non fosse per Tadej Pogacar, la dimensione della squadra sarebbe totalmente diversa, anche rispetto alla concorrenza. Lo sloveno cannibalizza le corse in cui partecipa, e gli stessi componenti del team sembrano essere molto più performanti e focalizzati in sua presenza. Senza di lui la UAE ha comunque raccolto dei successi, ma talvolta anche delle disfatte. Juan Ayuso ha conquistato (non senza difficoltà) la Tirreno-Adriatico, salvo poi crollare nel Giro senza essere mai in lizza per la vittoria finale. Isaac Del Toro ha trionfato nell'edizione 2025 della Milano-Torino, è stato protagonista assoluto al Giro ma ha visto sfumare i sogni di gloria alla penultima tappa.
La squadra fa la differenza
Questa provocazione rischia di sgretolarsi non solo analizzando i successi extra-Pogacar, comunque notevoli e svariati, ma anche banalmente non considerando l'importanza della squadra stessa nelle vittorie dello sloveno. Nello scorso Tour de France, oltre alla differenza di condizione, anche la presenza solida di gregari come Almeida hanno aiutato il Campione del Mondo a regolare agilmente Vingegaard, privo di compagni allo stesso livello. Vale lo stesso anche per le Classiche e per le altre corse vinte dal classe 1998. Pogacar è il finalizzatore perfetto, la punta dell'iceberg, e per comprendere alla perfezione quanto appena detto basta analizzare gli ultimi due Giri di Rafal Majka. Il polacco è stato chirurgico nel passo e nella costanza sia nel 2024 che nel 2025, la differenza sostanziale è quindi arrivata dal capitano: Pogacar dominò quel Giro, Del Toro ha provato comunque a vincerlo nonostante l'inesperienza, la giovane età e le (differenti) caratteristiche stesse dei due corridori.
Una formazione forte con un diamante
La sensazione che si ha è quindi che UAE Emirates-XRG sia comunque una squadra fortissima, costante, regolare, sempre presente ed estremamente ambiziosa (oltre che monumentale economicamente). Ciò che rende (e probabilmente renderà) questa formazione un'icona del ciclismo mondiale è proprio la presenza di Pogacar, che oltre a trasformare il ciclismo contemporaneo, eleva a potenza tutto ciò che lo circonda, UAE compresa.
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