
Intervista a Felix-Ørn e Alexander Kristoff, fratellastri contro all’Arctic Race of Norway
Fratelli, cugini, gemelli… In un gruppo ormai sempre più eterogeneo e in espansione, al giorno d’oggi, è normale che corridori imparentati tra di loro si ritrovino a condividere strada, calendario e talvolta anche ambizioni di vittoria nelle stesse corse.
È questo anche il (particolare) caso di Alexander e Felix-Ørn Kristoff, fratellastri (da parte di madre) divisi da ben 19 anni d’età che quest’anno si sono trovati per la prima volta a gareggiare spalla a spalla tra i pro’ e, prima ancora, a condividere gli stessi lembi di asfalto in allenamento.
“Prima di quest’anno non ci siamo allenati molto insieme perché lui era impegnato con la scuola e quando stava in classe io uscivo in bici. Dopo che l’ha finita, abbiamo cominciato ad allenarci più spesso, soprattutto negli ultimi mesi e quest’estate”, dichiara ai nostri microfoni durante l’Arctic Race of Norway il trentottenne Alexander, veterano della Uno-X Mobility alla sua ultima stagione tra i grandi del pedale.
“In una di queste settimane in particolare, se non sbaglio, abbiamo fatto un blocco di circa 35 ore uscendo assieme tutti i giorni. Se lui avesse continuato anche l’anno prossimo, probabilmente avremmo trascorso gran parte dell’anno allenandoci insieme, ma non sarà così”, ha ribadito Felix-Ørn per il quale il fratellastro maggiore è sempre stato più di una semplice figura familiare.
“Quello che ha fatto è sicuramente stato anche un motivo d’ispirazione. Crescendo, ricordo che facevo volate immaginarie, contro avversari inventati, e fingevo di vincere come faceva lui. Quindi sì, da bambino la sua presenza mi ha stimolato e ispirato”, ha ammesso Felix che, come corridore, condivide non proprio tutte le caratteristiche in possesso del classe ‘87 di Stavanger.
“È un ragazzo dotato di un buono spunto veloce ma non è uno sprinter puro, direi più un puncheur. Sugli arrivi più impervi sa infatti gestire molto bene lo sforzo e tirar fuori volate molto valide e, in più, è molto competitivo quando i suoi avversari sono stanchi. Lo prova il fatto che in allenamento, ad esempio, quando entrambi siamo freschi in volata lo batto ancora facilmente, mentre quando tutti e due siamo già fuori da un po’ riesce a essere molto più vicino a me. Per gli anni che ha, direi che sta crescendo bene, è già molto più forte di quanto lo fossi io alla sua età”, ha spiegato Alexander il quale quest’anno ha condiviso con Felix-Ørn programma, allenatore e anche qualche primo consiglio.
“Da junior lui era uno che vinceva moltissimo ed era molto di sicuro di sé, ma l’approdo tra i professionisti è stato un po’ più duro di quanto pensasse ed è tornato coi piedi per terra. Alla fine, è al primo anno tra i grandi del pedale e ha ancora tanti anni davanti per cui ciò che gli ripeto più spesso è soprattutto di fare un passo alla volta. A me sono serviti molti anni prima di riuscire a impormi ad alto livello”, ha rivelato Alexander, vincitore in carriera di una corsa che oggi, per Felix-Ørn, rappresenta il principale sogno nel cassetto.
“Il mio sogno è il Giro delle Fiandre e non poteva essere altrimenti visto che Alexander è stato il primo norvegese a vincerlo e io sono cresciuto guardando le classiche in Belgio. Quanto sia realizzabile, sinceramente non lo so perché, senza offesa per Alex, credo che il livello oggi sia molto più alto ora rispetto a prima quindi devi essere perfetto e davvero al top della forma per poter sperare di vincerlo”, ha confessato il primo classificato all’ultimo Tour de Bretagne, un ragazzo che, parlandoci, trasuda determinazione, sfrontatezza e voglia di arrivare.
“Io e Alexander siamo accomunati dall’avere la stessa grinta in gara e la stessa mentalità del “non mollare”. In questo sì, siamo simili: quando decidiamo di fare qualcosa, ci impegniamo a farla fino in fondo non arrendendoci mai. Se dovessi rubargli una qualità, quale prenderei? Sicuramente il suo spunto veloce. È qualcosa che non ho. Sugli altri fronti penso di essere allo stesso livello se non addirittura migliore in alcuni casi”.
Parole che rivelano tutto il carattere e il carisma di quello che però, stando al giudizio di Alexander, resta “un bravo ragazzo, una persona divertente con un buon senso dell’umorismo e proprio come gli altri adolescenti senza ancora troppe preoccupazioni in testa”.
Questo ragazzo, campione europeo a crono tra gli juniores in carica, l’anno prossimo sarà ancora più al centro delle attenzioni sia degli addetti ai lavori che di Alexander che, oltre ad ampliare le razioni di consigli, avrà certamente più tempo anche per seguirne le vicende da remoto.
“Cercherò di vedere cosa combinerà più che altro in TV perché, onestamente, penso che il ciclismo renda meglio lì: non è molto emozionante stare a bordo strada per ore, veder passare i corridori in una manciata di secondi e poi esser costretto a guardare il telefono il resto del tempo per sapere cosa accade”, ha confidato con grande onestà Alexander che da parte sua, prima di appendere la bici al chiodo, farà di tutto per raggiungere l’agognata quota delle 100 vittorie in carriera, un traguardo che, se sarà conseguito, in casa Kristoff verosimilmente sarà celebrato da tutta la famiglia al completo, portando a brindare allo stesso tavolo due ragazzi che, allora, non saranno nient’altro che due fratellastri accomunati dalla stessa grande passione: quella per le due ruote.
(Photo Credit: A.S.O./Billy Ceusters)