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Isonzo
Stefano Scacchi

FVG Bike Trail, una scoperta continua

Davvero è possibile scoprire tutto questo in poco più di 24 ore? Il centro di Udine che sembra una piccola Venezia per i palazzi punteggiati da bifore delicate, vie come canali della Serenissima senza l'acqua della laguna. Poi, appena fuori dal capoluogo, la campagna è una platea silenziosa sui palchi delle montagne, dominate dal Monte Matajur, la cima più alta del Friuli orientale. I primi rilievi del Collio, la geometrica disposizione delle vigne del Bosco Romagno, il panorama dolcissimo della Rocca Bernarda e la salita silenziosa e ombreggiata di Castelmonte. Lunga e regolare, ideale prologo naturale per predisporre l'anima all’ascesa verso un santuario così imponente (per muscoli e fiato più prosaicamente dipende dal livello di allenamento).

Cividale del Friuli
Il Ponte del Diavolo a Cividale

La magia di Cividale

Sono 9,5 chilometri fatti apposta per meditare in attesa della vista salvifica di questa abbazia maestosa, che mette quasi soggezione per la sua ieratica capacità di dominare una regione dall’alto. È l’unicità del Friuli Venezia Giulia dove le alture sono terrazze sul mare, da osservare in lontananza, in un silenzio che sa di pace, come può capitare solo in una terra per decenni sul confine principale della Guerra Fredda, proprio per questo preservata dall’urbanizzazione massiccia toccata alle altre regioni del Nord Italia. Con la relativa benedizione di un traffico automobilistico rarefatto sulle strade secondarie, particolare fondamentale per chi proviene dal caos delle grandi città. Poi i boschi fitti, attraversati da torrentelli vivaci, palestra allenante per gli appassionati di gravel. E il verde trasparente del Natisone che assume un colore più severo quando attraversa Cividale del Friuli, cittadina gioiello con la scenografica vista dal ponte del Diavolo, che ricorda quasi quello di Mostar per il dislivello che deve coprire e la piacevolezza delle sponde.

Isonzo
La valle dell'Isonzo

La passerella sull'Isonzo

All’indomani sarà la volta del verde smeraldo dell’Isonzo, da ammirare stupiti pedalando lungo la magnifica ciclabile che accompagna una vallata meravigliosa, al confine tra Italia e Slovenia, con una vegetazione ricchissima e indisturbata, senza costruzioni per chilometri. Fino alla nuovissima e vertiginosa passerella ciclabile e pedonale sull’Isonzo che anticipa l’ingresso a Gorizia e Nova Gorica, realizzata con i fondi del Gect, l’associazione di comuni transfrontalieri uniti per progetti tra centri abitati di confine, messaggio di convivenza altamente simbolico in questo periodo storico disseminato di conflitti. È l'emblema dello spirito di FVG Bike Trail, l’evento ciclistico per gli amanti del gravel organizzato da PM2, agenzia di comunicazione di Udine guidata da Giacomo Miranda.

Friuli CollioUn connubio insolito nel panorama ciclistico, nato grazie alla passione per il ciclismo di Giacomo e del suo gruppo di colleghi e amici coinvolti nell’organizzazione. Con la presenza di Michele Miani, ultracyclist capace di grandi imprese raccontate con ammirevole umiltà, come quella di percorrere in giornata i 500 km che separano Cividale del Friuli da Monaco di Baviera, oppure i 350 km di distanza sempre dalla sua Cividale al Passo dello Stelvio, con l’unico riposo di un sonnellino su una panchina a Prato dello Stelvio prima di scalare il re dei passi alpini dal versante altoatesino. È una rete che unisce tante persone impegnate nella valorizzazione della regione, come Enzo Sima, responsabile dell’Area Bike di Promoturismo FVG, tecnico di sci della Fisi, uno dei fautori dell’utilizzo sciistico dello Zoncolan, base d’appoggio ideale per gli allenamenti di chi gareggia sulle piste di Cortina d’Ampezzo e Kranjska Gora.

FVG Bike TrailUna maglia d'artista

Il fatto che sia un’agenzia di comunicazione ad avere ideato e allestito l’evento ciclistico, andando al di là della mera cura dei rapporti con i media o dell’immagine, rende ancora più orientato alle effettive esigenze degli amanti del ciclismo ogni aspetto della veicolazione delle informazioni all’esterno, a partire dalla qualità della brochure ufficiale o del disegno della maglietta della manifestazione, affidato a un artista di Udine: Giorgio Celiberti. La seconda edizione della FVG Bike Trail partirà giovedì 4 settembre. Un’anteprima del tracciato 2025 è stata svelata nei giorni scorsi nel corso di una Press Ride. Previsti due percorsi, entrambi con arrivo e partenza a Udine. Unlimited con 380 km e 4.500 metri di dislivello. Unconventional con 200 km e 2.000 metri di dislivello. Il primo anello si spinge nel Carso oltre Trieste. Il secondo scende prima verso l’Adriatico, più vicino a Grado. È necessario saper guidare la bici da gravel perché ci sono tanti sterrati e sentieri da affrontare, anche se le difficoltà non sono mediamente eccessive.

Alessandro De Marchi
Alessandro De Marchi e Giacomo Miranda

Cucina di confine

I partecipanti sono liberi di organizzare il loro viaggio in bicicletta come meglio credono, seguendo le due tracce preparate dagli organizzatori. La media di percorrenza dei 475 iscritti alla prima edizione, nel 2024, è stata di tre giorni e mezzo a dimostrazione dello spirito contemplativo che deve accompagnare la FVG Bike Trail. D’altronde le tentazioni enogastronomiche non mancano, al di là di quelle visive per la bellezza del territorio. La cucina friulana rispecchia in pieno la caratteristica di questa terra, crocevia di culture e popoli diversi. È una continua miscela tra tradizioni italiane, mitteleuropee e slovene. Ne escono creazioni che meriterebbero di essere più conosciute anche nel resto d’Italia, come la Gubana, un dolce davvero esplosivo nel suo mix di impasto soffice, avvolto a chiocciola, ripieno di uvetta e pinoli, con un goccio d rum a dare il piacevole tocco finale. Emblema di questa capacità di fusione tra gastronomie in una mirabile semplicità è 'Lo Scribano' a Prepotto, ristorante con camere e un bar, che funge da sollievo anche per ciclisti professionisti della zona, come Alessandro De Marchi, incontrato a metà allenamento. Caterina, proprietaria insieme al marito, ha inventato una sorprendente versione di cachi sottaceto per utilizzare i frutti poco maturi, altrimenti difficili da mangiare. Una trovata che vale più di mille parole sull’approccio creativo alla ristorazione.

Verrebbe da chiedersi se davvero è stato possibile scoprire tutto questo in poco di più di 24 ore, assaggiando, bevendo e chiacchierando. Lo stupore non vale solo per quello che gli occhi vedono pedalando. Rimane soprattutto quel senso di bellezza non ostentata, ma proprio per questo più vera e profonda, tipico del Friuli Venezia Giulia. Un atteggiamento che si riflette anche in uno degli slogan degli organizzatori per la FVG Bike Trail: “Perché alla fine qualcosa resta sempre”. Non solo “qualcosa”, resta “tantissimo”.

(Photo credits: Stefan Nita)