
Giro d'Italia, Tiberi: "A Roma senza rimpianti"
Antonio Tiberi, capitano della Bahrain-Victorious, è stato più forte del dolore fisico per la caduta a Nova Gorica di sabato, durante la quattordicesima tappa del Giro d’Italia. Nella Fiume Veneto-Asiago ha dimostrato tutto il suo coraggio e la sua forza mentale. Al momento è settimo in classifica generale, a 3’02” dalla maglia rosa Isaac Del Toro. «Dentro di me ho pensato di aver passato le giornate più dure. Venivo dalla caduta del giorno prima e provavo fastidio mentre pedalavo, sapevo sarebbe stata dura, ma alla fine sono stato contento», le parole del capitano della Bahrain-Victorious. E ancora: «Se ci sarà una tappa in questa ultima settimana che farà la differenza? Quelle mancano sono tanto complicate. Secondo me la tappa con arrivo a Champoluc (la frazione numero 19 in programma venerdì 30 maggio, ndr) farà la differenza. Però, la cosa più importante sarà arrivare a Roma senza avere rammarico e sapendo di avere fatto il possibile».
Due in top ten
Nella top 10 della classifica generale c’è anche Damiano Caruso della Bahrain-Victorious. È sesto a 2’55” da Del Toro: «Anche Damiano sta facendo un Giro pazzesco. Ieri sull’ultima salita, lui rispondeva subito. Sta andando forte, stiamo correndo come leader della squadra e nelle fasi più delicate cerchiamo di sostenerci a vicenda. La Uae ha due uomini di punta veramente forti, Del Toro e Ayuso. Anche loro corrono con due punte come noi. Ayuso mi sembra il capitano, la squadra sta lavorando per lui. In maglia rosa sì c’è Del Toro, ma la squadra lavora per Ayuso». Domani il Giro d’Italia arriverà in Trentino Alto-Adige. Sarà una tappa molto dura con quattro salite: «Ci sarà da aspettarsi qualche attacco importante, da lontano, di Carapaz e Bernal. Da quello che ho potuto vedere ieri, sembrava si fossero messi d’accordo su come testare le condizioni degli avversari. I giudizi nei miei confronti? Non leggo mai nulla. Quello che percepisco in strada è che ci sono tante persone che tifano per me».
Obiettivo importante
Anche Damiano Caruso sta dando tutto: «Sto bene, chiaramente con un po’ di stanchezza, ma è normale. Il cervello è ancora collegato alle gambe. So questa ultima settimana sarà impegnativa. L’imperativo è non dare troppo ascolto alle sensazioni che il tuo corpo ti lancia. L’anno scorso eravamo partiti tutti battuti in partenza con un atleta come Pogacar che non lascia scampo. È uno o due step superiore a tutti. C’è poco da inventarsi. Quest’anno, invece, si sta correndo in una maniera che al Giro d’Italia non avevo mai provato. Abbiamo percorso tutti i giorni delle tappe impegnative, abbiamo speso tutti i giorni». A Nova Gorica la caduta ha coinvolto Tiberi: «Le cadute hanno sempre fatto parte di questo sport. Percepisco molto nervosismo in gruppo. C’è molta attenzione nelle squadre. Questo porta a delle conseguenze, il gruppo viaggia forte. Ogni squadra vuole prevaricare su altre e questo porta alle cadute. Se il podio è ancora possibile? Non lo so. Ci sono un paio di corridori che hanno un posto assicurato, uno è libero. Mi piace pensare che sia ancora raggiungibile, non dobbiamo perdere l’obiettivo. Siamo venuti per il podio. Il primo penso sia di Del Toro, il secondo di Ayuso. Alla fine penso che lui riuscirà a salire sul podio».
(Photo credits: Sprint Cycling Agency)