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Giro d'Italia-Ayuso-Del Toro-UAE

Enrico Boiani

Giro d'Italia, duello Ayuso-Del Toro in casa UAE?

Quando il gatto non c'è, i topi ballano. E quando in casa UAE Emirates-XRG non è prevista la presenza di Tadej Pogacar, tutti i corridori della formazione emiratina hanno il diritto, il dovere e la possibilità di tenere alta la bandiera della squadra, anche per potersi mettere in mostra. L'edizione numero 108 del Giro d'Italia è stata ancora una volta vetrina di questo scenario, che porta i protagonisti su un filo sottilissimo tra competitività spasmodica e nervosismo interno.

Ayuso e Del Toro: duello o gestione controllata?

Con l'exploit di Isaac Del Toro nella tappa degli sterrati in questo Giro d'Italia, il dibattito sulla gestione della squadra in casa UAE si è aperto come un vaso di Pandora. Juan Ayuso, dopo svariate apparizioni come alfiere principale di Pogacar (di cui parleremo anche successivamente), parte in questa Corsa Rosa come capitano del team emiratino, oltre che favorito numero uno insieme a Primoz Roglic. Le schermaglie tecniche tra i due iniziano fin dalla prima settimana, fino a quando il messicano tenta e riesce nel colpaccio a Siena, strappando la maglia rosa ai suoi rivali. La domanda che sorge spontanea ora è una: gestione calcolata della Corsa Rosa anche in vista dell'ultima settimana o libera lotta per la classifica generale? Molteplici indicazioni che la risposta a questo quesito vada più verso i binari della prima ipotesi, per più motivi e anche abbastanza conosciuti: dare visibilità al giovane Del Toro e al tempo stesso avere una freccia in più da scoccare (in caso di crolli clamorosi di Ayuso), mantenere lo stesso Ayuso ad un livello alto di concentrazione e responsabilità e gestire lo spagnolo in vista della terza settimana, più complessa ma anche più adatta alle sue caratteristiche.

Dal martello all'incudine

Eppure Juan Ayuso è già passato da una situazione molto simile, l'ha già vissuta sulla sua pelle e dall'altra faccia della medaglia. Nella scorsa edizione del Tour de France, lo spagnolo era stato inserito nel roster UAE come gregario di lusso di Pogacar, salvo poi rivelarsi come un corridore piuttosto anarchico e poco utile ai fini di squadra. La sua condizione non era ottimale, tanto da essere costretto al ritiro nelle ore successive, ma i gesti di Joao Almeida nei suoi confronti in alcune tappe della Grande Boucle sono stati più che eloquenti. Ora si trova esattamente dall'altra parte, in veste di capitano ma con un giovane compagno pronto a dargli del filo da torcere, in ottima forma e dotato di un pari livello di ambizione che alimenta una forte rivalità interna. In quell'occasione, al Tour di un anno fa, la forza di Pogacar annichilì ogni micro o macro polemica interna, oggi Ayuso dovrà essere bravo a gestire il tutto senza spazientirsi. Anche perché, in scuderie del calibro della UAE Emirates-XRG, nessuno è intoccabile e tutti devono conquistarsi il loro spazio e meritare di mantenerlo. 

Scopriremo come verrà gestito il tutto solamente nelle prossime settimane, all'interno di un Giro d'Italia ancora tutto da scrivere e decidere.

(photocredits: shutterstock.com)