
Il Salento in cinque anelli
Nella torrida estate del 2003, l'archeologo belga Thierry Van Compernolle, durante una sessione di sondaggi e scavi rinvenne, nella città di Soleto, quella che ad oggi è considerata la più antica mappa dell'antichità classica. Un frammento di "coccio" vasale di pochi centimetri che ha aperto nuovi scenari nella storia del Salento in epoca Magnogreca. Quel frammento raffigura, inciso con la tecnica dell'ingobbio, il tacco d'Italia. Il Salento dal versante dello Ionio. La scoperta fu che in quegli anni vi erano numerose relazioni tra i popoli autoctoni (Japigi e Messapi) e i Greci. C'erano già città come Taras (Taranto), Uzentum (Ugento), Callipolis (Gallipoli) e Anxa (Porto Cesareo) e anche Nardò, allora conosciuta come Neretum.
Era un altro Salento: facile a dirsi ancor più facile a pensarsi. Un po' come oggi non solo fatto di turismo di massa e movida. Anche oggi esiste un altro Salento. Ed è questo è il motto di Vivilitalia, società specializzata nei turismi ambientali, che grazie al progetto Green Community Ionico-Adriatica ha realizzato la ciclovia del Salento Ionico. Un percorso a tappe lungo 305 chilometri, assolutamente alla portata di tutti, articolato in cinque anelli da percorrere in giornata. Un anello al giorno. La ciclovia si snoda prevalentemente su strade secondarie a bassa intensità di traffico tra mare, parchi e borghi interni che consentono il proprio viaggio in bici: da Ugento a Manduria. O se preferite il tour completo si parte da Lecce. Il Salento, come già sottolineato in occasione del nostro reportage sulla ciclovia dell'Acquedotto Pugliese, cresce dal punto di vista del cicloturismo in modo vertiginoso.
Il lavoro di Vivitalia è stato quello di tracciare un itinerario gettando le basi affinché questo progetto possa trasformarsi in una community fatta di amministrazioni, associazioni, operatori economici e turistici e le comunità locali. Una macchina organizzativa e di interconnessione tra le parti che sembra già ben avviata come emerge dalle dichiarazioni di Giuseppe Mellone, sindaco di Nardò. "La ciclovia del Salento ionico - specifica Mellone - è un po' la ciliegina sulla torta della Green Community. Da anni lavoriamo a un'offerta turistica slow, che punti sul fattore esperienziale e identitario; per questo la possibilità di percorrere in bicicletta un itinerario che lambisce il mare e che taglia l'entroterra e contesti ricchi di arte, cultura ed enogastronomia, è una delle cose in assoluto più efficaci. Siamo molto contenti, così come in generale siamo contenti della Green Community, un'esperienza straordinaria di salvaguardia dei valori culturali e naturali del territorio, di protezione dei paesaggi di pregio e della biodiversità, di promozione dello sviluppo sostenibile dell'economia locale".
L'ideatore di questo percorso tra le bellezze del versante ionico è Roberto Guido che descrive questi 300 chilometri come "una straordinaria esperienza di viaggio nel Salento che mette insieme i tesori dell'entroterra con il mare, ma soprattutto con la natura, andando oltre i cliché del turismo balneare". Fanno parte della Green Community Ionico-Adriatica i comuni di Alliste, Avetrana, Galatone, Gallipoli, Manduria, Nardò, Porto Cesareo, Racale, Taviano, Ugento. Da ognuno di questi centri, proprio grazie alla struttura modulare del percorso, sarà possibile iniziare il viaggio percorrendo l'intero anello, con o senza il passaggio da Lecce.
Ma vediamo da vicino come si articola il percorso completo. Si parte da Lecce percorrendo la nuova ciclabile, ancora parzialmente realizzata, progettata dal Comune di Lecce. Fin da subito è possibile ammirare i resti dell'antica Rudiae, il cui anfiteatro è stato da poco restituito alla fruizione grazie agli scavi appena terminati. Usciti dal capoluogo salentino si procede in direzione Galatone per proseguire verso Galatina, la città del pasticciotto con uno dei centri storici più importanti della Puglia e della straordinaria Basilica di Santa Caterina con la Cappella di San Paolo, considerata da molti una delle meraviglie della Cristianità. Lasciata Galatina, si prosegue alla volta di Ugento. Qui si respira lo Ionio. Da qui in poi lo Ionio non è solamente un nome. Ugento, famosa per una delle sue aree umide più importanti della Puglia, conserva ecosistemi di una ricchezza strabiliante. Così come i paesaggi splendidi che si trovano sulla costa tra Capilungo e Punta della Suina, dove obbligatoria è la visita al Parco regionale di Punta Pizzo e dell'Isola di Sant'Andrea.
Siamo a poco più di metà percorso e procedendo in direzione Nardò si incontrano le meravigliose ed eclettiche ville di Santa Maria al Bagno. Arrivati a Porto Selvaggio basta fermarsi a guardare il mare per capire di trovarsi a costeggiare un vero panorama tropicale fatto di mare cristallino e vegetazione incredibile. Selvaggia, appunto. Giunti a Nardo il percorso è a due terzi. Siamo ad un passo dal cambio di provincia: da quella di Lecce a quella di Taranto del suo versante orientale. A Torre Lapillo e Torre Colimena è possibile ammirare da vicino, non solo il mare, ma anche le famose torri costiere medievali costruite per contrastare le invasioni, che un tempo, avvenivano soprattutto dal mare. Si entra a Taranto e si prosegue verso Manduria, la terra del Primitivo, il vino italiano che negli ultimissimi decenni è stato considerato uno dei migliori rossi italiani e non solo. Basti pensare per quanti secoli questo vitigno autoctono è stato utilizzato per il suo vino "da taglio" per rossi ben più blasonati. Il giusto riscatto. Finalmente.
(Photo credits: Roberto Guido)