Le polemiche Ayuso-Skjelmose e il momento storico dei "Superteam"
Skjelmose "attacca", Ayuso risponde. L'avventura di Juan Ayuso alla corte della Lidl-Trek non inizia nel migliore dei modi. Il suo nuovo compagno di squadra Mattias Skjelmose ha commentato così l'arrivo dell'ex alfiere della UAE Emirates-XRG: "Il suo arrivo mi lascia perplesso, abbiamo gli stessi obiettivi. Se ha avuto difficoltà ad aiutare Pogacar, non vedo come debba farlo con me. Ma magari si è solamente trovato male in UAE, non so cosa sia accaduto con quella squadra. Non lo conosco, spero che potremo aiutarci a vicenda".
La risposta di Ayuso
Non abbiamo dovuto attendere molto per la risposta del corridore spagnolo, che da un certo punto di vista capisce le perplessità del nuovo compagno: "Se la squadra gli aveva comunicato di essere il leader posso capire una certa frustrazione. Ma se si vuole arrivare ad un certo livello anche come squadra è normale che si continuino ad ingaggiare i corridori migliori. Non lo conosco, ma posso dire di essere felice di fare parte della Lidl-Trek e che Pedersen e Ciccone mi hanno accolto benissimo".
In realtà, leggendo le dichiarazioni di Skjelmose, il dito sembra essere più puntato verso la squadra che verso il ciclista iberico. Appare quasi un sentimento di tradimento subito da parte del danese, che sperava potesse avere un ruolo sempre più rilevante in Lidl-Trek. Bisogna anche però considerare che Ayuso ha sempre avuto a che fare con situazioni scomode, nervose e sovente ricche di polemiche. La sua esperienza in UAE si è chiusa nel peggiore dei modi, con una tensione forte durante l’ultima Vuelta.
Visma e Red Bull: il caso Roglic
Juan Ayuso ha però messo in luce una grande verità: ormai i corridori forti sono polarizzati in un numero estremamente limitato di team. La Visma-Lease a Bike, fin dai tempi di Roglic e Vingegaard (con anche Yates, Kuss e Jorgenson pronti a prendersi la scena), ha voluto dimostrare di poter e dover vincere con una sorta di "Dream Team". Tante opzioni di capitani diversi per le corse, con un'alternanza a volte scientifica a volte dettata dallo sviluppo stesso delle gare. Anche i calabroni hanno vissuto i loro momenti no, con un Primoz Roglic piuttosto anarchico.
È però lo stesso Roglic, forse anche perchè figlio di quell'esperienza, che accoglie a braccia aperte Remco Evenepoel nella sua nuova avventura alla Red Bull-Bora-Hansgrohe: "Il suo arrivo può darmi tranquillità, voglio un 2026 con obiettivi realistici. Non lo conosco ma già dal ritiro inizieremo a parlarci per lavorare bene insieme. Ci sono già tanti avversari contro cui lottare, perchè dovremmo competere l'uno contro l'altro?". Sembra un Roglic totalmente cambiato rispetto alla sua versione ai tempi della Visma-Lease a Bike, a metà tra la maturazione e il sollievo di avere meno pressioni e riflettori addosso.
Il periodo dei "Superteam"
UAE Emirates-XRG e Visma-Lease a Bike, come spesso accade, sono state pioniere anche in questa occasione: la tendenza degli ultimi anni di ciclismo World Tour è molto chiara, avere a disposizione un lotto importante di corridori per essere al top e poter provare a vincere in ogni tipo di competizione. UAE con Pogacar, Del Toro e Almeida, Visma con Vingegaard e Roglic (ai tempi). Hanno dato il via alla creazione dei Superteam, con buona pace delle squadre ProTeams. Dopo la Red Bull-Bora-Hansgrohe (con Roglic ed Evenepoel) anche la Lidl-Trek è andata verso questa direzione: Ayuso si unisce a Pedersen e appunto Skjelmose. Meno chance quindi per i cosiddetti "gregari" di queste formazioni (Ciccone e Pellizzari su tutti), oltre che per tutte le altre formazioni con meno budget a disposizione.
Che sia qualcosa di positivo o negativo per il ciclismo lo scopriremo solamente con il tempo, anche in base all'evoluzione di giovani corridori che inesorabilmente potranno trovare spazio in altre formazioni. Quel che è certo è che, ancora una volta, non mancheranno le polemiche di fronte a notizie di ciclomercato di questo tipo.
(Photo credits: A.S.O.)