"Muriel Furrer, mai più tragedie così"
La sicurezza dei ciclisti è stata il tema centrale dell'assemblea generale dell'Aiocc, l'Associazione internazionale delle corse ciclistiche, che si è tenuta per la prima volta in Italia, questa mattina al centro congressi di Riva del Garda, all'indomani della presentazione del Tour of the Alps 2025.
I lavori si sono aperti con un minuto di silenzio in memoria di Muriel Furrer, la 18enne ciclista svizzera morta lo scorso settembre in circostanze inaccettabili durante la prova Juniores dei Mondiali di Zurigo; André Drege, 25enne, morto in seguito a una caduta all'ultimo Tour dell'Austria, e Simone Roganti, il 21enne giovane e promettente corridore italiano stroncato da un infarto lo scorso agosto.
"L'investigazione delle autorità svizzere deve fare luce sulle circostanze della morte di Muriel Furrer", ha detto nella sua relazione Christian Prudhomme, presidente dell'Aiocc e direttore generale del Tour de France. "Non possiamo più sopportare tragedie simili, non possiamo tollerare un dolore simile, non possiamo più convivere con tragedie come quella di Muriel Furrer", ha aggiunto nel suo discorso Kiko Garcia, direttore generale dell'Aiocc. Il presidente dell'Uci, David Lappartient, ha detto che la Unione ciclistica internazionale sta aspettando la fine dell'inchiesta della polizia svizzera per capire quali sono le responsabilità.
Intanto sono allo studio varie soluzioni per migliorare la sicurezza dei ciclisti: dall'introduzione di una safety car all'introduzione di tracciamenti Gps per individuare subito gli atleti da soccorrere. Altro tema connesso alla sicuerezza: il protocollo sul maltempo. "L'importante è che decidano tutte le parti, non solo una", ha detto Lappartient riferito ai ciclisti dopo alcuni casi di corse interrotte nel corso di quest'anno. Un equilibrio sottile tra epica e prudenza: "Qualche giorno fa al 70° compleanno di Hinault ho detto che non avremmo avuto la leggenda della sua vittoria alla Liegi-Bastogne-Liegi 1980 col protocollo attuale", ha detto il presidente Uci per rendere più chiaro il concetto.
Lappartient non ha escluso modifiche al calendario a partire dal World Tour 2026. "E non è detto che il Mondiale non possa essere l'ultima corsa della stagione se si corre in luoghi caldi", ha aggiunto il presidente Uci.
(nella foto Christian Prudhomme e David Lappartient)