
Mondiali Ruanda 2025, Pogacar vuole tornare cannibale
Per una volta Tadej Pogacar non è stato cannibale. Al Gp di Montreal, in Canada – nel dominio dell’Uae – lo sloveno si è mostrato altruista. È arrivato in parata con il compagno americano Brandon McNulty e gli ha lasciato il successo, l’85° del 2025 per l’Uae, che eguaglia il record dell’Htc di Cavendish nel 2009. Pogacar deve già pensare ai Mondiali in Ruanda: domenica 28 settembre difenderà il titolo conquistato lo scorso anno a Zurigo, ma stavolta l’obiettivo sarà doppio. Infatti, lo sloveno è atteso pure dalla cronometro di domenica prossima nella quale sfiderà Remco Evenepoel. Ma sono in tanti a chiedersi come si presenterà Pogacar alla rassegna iridata, la prima organizzata in Africa.
Stagione impegnativa
Al Tour de France era apparso annoiato. Quarta Grande Boucle conquistata in carriera, quattro tappe vinte e una maglia gialla mai in discussione. Anche i francesi lo avevano beccato un po’ per questa sua incapacità a divertirsi come negli anni scorsi. A dare una spiegazione è stato, in un’intervista al sito Velo, il suo storico agente, Alex Carera, prima del Gp di Montreal: «La stagione di Tadej fino a luglio è stata davvero a tutto gas. È stato il primo anno nel quale ha corso tutte le classiche, più il Delfinato e il Tour de France. Da gennaio a luglio non si è mai fermato», sono state le sue affermazioni. Dopo i Mondiali in Ruanda, Pogacar sarà in Ardeche per gli Europei prima di concludere la stagione al Lombardia. Insegue il record di cinque vittorie come Fausto Coppi. Insomma, il calendario è stato pieno di impegni come mai prima d’ora: «È la prima volta che succede, negli anni passati quando ha vinto il Tour, aveva rinunciato al Fiandre o alla Liegi. Sicuramente il prossimo anno cancellerà alcune gare. Non è vero che Tadej decide tutto da solo, dal 2019 ogni decisione è presa con la squadra – ha continuato –. Non è facile essere Tadej. Per altri corridori, arrivare secondi a volte è un ottimo risultato. Per i tifosi, se Tadej arriva secondo, è il primo a perdere».
Le rassicurazioni
Lo stesso sloveno ha ammesso di non essere arrivato in Canada nella sua forma migliore: «Ero preoccupato perché la settimana prima non mi ero sentito bene e non avevo potuto prepararmi in altura. La gara di Québec, seppur senza sensazioni eccezionali, mi ha ridato morale e fiducia per oggi, dove ho ritrovato le sensazioni che provo quando sono al top. Ora punto con grande ottimismo al Mondiale», ha detto. In effetti, in Canada – pur lasciando la vittoria al suo compagno di squadra – è apparso il solito Tadej. Con il Mondiale ruandese nel mirino.
(photocredits: A.S.O.)