"Mortirolo chiuso alle auto, non alle bici"
La Valtellina è al centro di un caso che appassiona tutti gli amanti del ciclismo. Nei giorni scorsi Franco Saligari, sindaco di Mazzo, il paese in provincia di Sondrio dal quale parte la salita del Mortirolo dal versante valtellinese, ha lanciato la proposta di chiudere il Mortirolo ai ciclisti a causa della difficile convivenza con le auto su una strada molto stretta. In realtà si tratta di una provocazione perchè il primo cittadino è un appassionato di ciclismo e ha seguito il grido di dolore dell'associazione 'Amici del Mortirolo', guidata Antonio Ronchetti, a sua volta appassionato cicloamatore, preoccupato della difficile convivenza fra pedali e motori: sono ben 20mila i ciclisti che scalano il Mortirolo da maggio a ottobre. Con il problema di una strada molto stretta, larga appena tre metri, che nessuno vuole allargare perché rappresenta uno dei motivi di fascino di questa salita unica.
Quindi l'uscita pubblica di Saligari e Ronchetti rappresenta più un sos per i ciclisti che non l'effettiva volontà di chiudere davvero ai cicloamatori. A maggior ragione a poche settimane dall'intitolazione del Mortirolo a Marco Pantani. Il Comune di Bormio ha rilanciato con una proposta di segno contrario, tramite le parole dell'assessore al Turismo, Samanta Antonioli, riportate dal quotidiano 'La Provincia Unica': "Non voglio credere a un Passo del Mortirolo senza bici. Non voglio certamente essere io a dover consigliare gli altri su cosa fare, lungi da me, ma per come la vedo io sarebbe una proposta interessante quella di limitare il traffico auto piuttosto che quello delle bici sul Mortirolo. Si faccia un pass per chi ha la baita, ci mancherebbe, ma poi stop alle altre auto e spazio alle bici".
La posizione dell'amministrazione comunale di Bormio riflette non solo un'ispirazione di principio, ma anche ragioni economiche molto forti. Da qualche anno l'Alta Valtellina sta lavorando benissimo alla costruzione di un'offerta ciclistica estiva basata sui mitici passi (Stelvio, Gavia e Mortirolo) e su salite entrate da poco nell'immaginario collettivo degli appassionati, come quella dei Laghi di Cancano. Ascese valorizzate da una sapiente politica di bike day a strade chiuse al traffico. Un approccio che ha portato a un risultato clamoroso: le presenze di turisti legati alla bici in estate hanno superato quelle degli sciatori in inverno in Valtellina. Un dato sul quale dovrebbero riflettere in tanti.
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