
Ruanda, prove generali per il Mondiale
In Ruanda è partito il Tour 2025 (dal 23 febbraio al 2 marzo) antipasto del Mondiale di fine stagione che si terrà a Kigali, la capitale del paese centrafricano. È iniziato con un prologo di quattro chilometri (unica prova contro il tempo di questa edizione), poi sono in programma le altre sette frazioni in linea (totale di 812 chilometri e 14.525 metri di dislivello). Nel prologo di ieri ha vinto il giovane belga, 19 anni, Aldo Taillieu della Lotto Development: ha superato per tre secondi il francese Fabien Doubey (TotalEnergies) e il connazionale e compagno di squadra Milan Menten.
Tra i protagonisti annunciati di questa edizione c’è l’eritreo Henok Mulubrhan, vincitore in Ruanda nel 2023, ma è la situazione politica che sta tenendo in apprensione gli organizzatori e l’Uci, l’Unione ciclistica internazionale. Il conflitto nella vicina Repubblica del Congo, divampato nuovamente a gennaio, preoccupa un po’ tutti. Teatro degli scontri è Goma, capitale della provincia del Nord Kivu: da un lato le forze armate regolari congolesi (Fardc) e i suoi alleati; dall’altro la ribellione M23, sostenuta dal Ruanda, paese confinante e storico nemico di Kinshasa.
Però, nei fatti si tratta soltanto l’ultimo capitolo di un conflitto cominciato nel 2012, ma che affonda le sue radici in una guerra esplosa negli anni ‘90. Inoltre, in questo territorio c’è una crisi umanitaria devastante e uno dei fattori scatenanti del conflitto congolese è stato il genocidio nel confinante Ruanda, che ha portato oltre un milione di ruandesi hutu a rifugiarsi nell’est. Insomma, la situazione è da monitorare assolutamente.
Infatti, tutto questo mette a rischio i Mondiali di fine settembre. Anche perché i congolesi dell’M23 (appoggiati dal governo ruandese, appunto), nei giorni scorsi hanno preso il controllo di parte della città di Goma e di altri territori, provocando centinaia di migliaia di sfollati. I ribelli sono accusati di arricchimento personale e contrabbando di risorse (il conflitto è esploso in una delle zone più ricche di risorse minerarie).
Al momento, come comunicato dall’Uci, non è prevista alcuna rilocazione dei Mondiali su strada: «Si spera in una rapida e pacifica risoluzione della situazione, ribadendo che lo sport, e in particolare il ciclismo, sono potenti ambasciatori di pace, amicizia e solidarietà». Però, sono in tanto a non credere nella posizione ufficiale dell’Uci. Restano, quindi, i dubbi sulla rassegna iridata e al tema della sicurezza sarà data la massima priorità.
(Photo credits: Tour du Rwanda)