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Tim Wellens, vincitore della 15a tappa del Tour de France
Enrico Salvi

Tour de France, 15a tappa: impresa di Tim Wellens

Doveva essere una tappa interlocutoria a chiudere la seconda settimana, invece altra frazione a tutta al Tour de France. A vincere la tappa numero 15, da Muret a Carcassonne, è Tim Wellens al termine di una fuga sì prevista, ma che per larghi tratti non è stata scontata. Tutto invariato in classifica generale, nonostante i rischi corsi dagli avversari di Pogacar, costretti a rincorrere la maglia gialla a seguito di una caduta di gruppo 15 km dopo il via.

Bagarre per la fuga

La Muret-Carcassonne di 169 km, dopo il duro trittico dei Pirenei, strizza l'occhio a tentativi di fuga viste la sinuosità della seconda parte di tappa che impedisce il controllo della corsa da parte delle squadre di velocisti. Per questo fin dal km 0 è grande lotta tra i temerari da lontano più i pretendenti alla maglia verde per conquistare il traguardo volante che arriva prima delle asperità di giornata. I più attivi sono Van der Poel, Van Aert, Grmay, il nostro Jonathan Milan, ma anche corridori di fondo come Powless, Simmons e Lutsenko.

La corsa esplode però dopo 15 km, quando una caduta di gruppo, che coinvolge Alaphilippe e Lipowitz senza grandi conseguenze, spezza il gruppo in diversi tronconi. Nel gruppo davanti rimangono circa 30 corridori con la maglia gialla, mentre rimangono attardati anche Vingegaard, Onley, Roglic e Vauquelin. Pogacar, invitato dalla squadra, prova a calmare gli animi per permettere il ricompattamento del gruppo, ma invano. É Mathieu Van der Poel il più attivo e porta via un drappello di 15 corridori con all'interno uomini di grande caratura come Van Aert, Wellens, Campenaerts, Powless, Mohoric, Lutsenko e De Lie. Al traguardo volante di Saint-Felix-Lauragais è il campione in carica di Parigi-Roubaix e Milano-Sanremo a passare per primo, avvicinandosi a Milan per la classifica a punti (-41), con l'azzurro che ha provato a tenere duro ma alla fine ha pagato una seconda settimana di Tour impegnativa.

L'impresa del campione nazionale belga

Sul primo GPM di tappa (il 3a categoria di Cote de Saint-Ferreol) la situazione è ancora mutevole: dopo il ricompattamento del gruppo maglia gialla diversi corridori (tra cui Romeo, Alaphilippe, Jegat, Nys, Leknessund) vogliono aggregarsi ai fuggitivi, mentre Van der Poel e Van Aert perdono la testa della corsa. Così all'inizio dell'ultima salita ufficiale di giornata (il Pas du Sant, 2,9 km al 10,2%) sono in 11 in testa. Sulle dure rampe in doppia cifra di pendenza si avvantaggiano Wellens, Simmons, Campenaerts e Storer, con quest'ultimo che conquista il GPM a 53 km dall'arrivo. I 4 non vanno d'accordo e così rientrano Barguil, Vlasov, Lutsenko e Carlos Rodriguez, che può approfittare della fuga per guadagnare terreno in classifica generale (10° alla partenza da Muret, ndr).

Ai -43, poco prima dell'ultimo scollinamento, Wellens mette a segno l'allungo decisivo: i compagni di fuga non trovano l'accordo per l'inseguimento e il campione nazionale belga guadagna subito 25" che diventano un minuto a 30 dall'arrivo. Margine che si dilaterà con il passare dei chilometri, così il gregario di Tadej Pogacar può mettere a segno la sua prima vittoria al Tour de France, aggiungendosi a 34 anni al club dei corridori in grado di vincere almeno una tappa in tutti e tre i grandi giri (dopo le vittorie alla Vuelta 2020 e al Giro '16 e '18). Quinta tappa vinta dal Belgio, quinta tappa vinta dalla UAE in questo Tour. Alle sue spalle Victor Campenaerts in solitaria conquista la seconda piazza a 1'28" dal vincitore, davanti al gruppetto dei fuggitivi rimasti in cui Julian Alaphilippe stampa in volata Wout Van Aert, credendo erroneamente di aver vinto la tappa. 

Il gruppo maglia gialla arriva a 6 minuti da Wellens: Carlos Rodriguez guadagna oltre 4 minuti in classifica scavalcando Ben Healy al nono posto nella generale. Domani giorno di riposo prima di ripartire con le Alpi e la storica ascesa al Mont Ventoux.

(© A.S.O./Billy Ceusters)