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Jonas Vingegaard
Salvatore Riggio

Vingegaard: "Ho pensato di lasciare"

Jonas Vingegaard, leader della Visma-Lease a Bike, non vede l’ora di iniziare la stagione 2025, anche se non sono ancora delineati del tutto i suoi programmi. La sua partecipazione al Giro d’Italia resta possibile, ma qualcosa in più si saprà quando sarà svelato, a Roma il 13 gennaio, l’intero percorso (già si conoscono le prime tre tappe, che si disputeranno in Albania). Vingegaard, nell’intervista a DR, ha ripercorso la caduta al Giro dei Paesi Baschi, con frattura di sette costole, dello sterno, di una clavicola, di un dito di una mano e un polmone collassato. Tutto questo gli ha rischiato di compromettergli la carriera.

«È stata la prima volta nella quale sono caduto e non ho cercato di tornare subito in bicicletta. Ho tossito sangue e ho pensato di morire per un’emorragia interna. In quegli istanti ho pensato che fosse tutto finito. Ho pianto molto. Continuavo a pensare a mia figlia Frida, a Trine e a nostro figlio che doveva ancora nascere. L’idea che avrei abbandonato tutti loro era insopportabile. Quando ero fermo a terra, dopo la caduta, ho pensato: “Se sopravvivo, chiudo comunque qui la carriera”», ha rivelato.

Invece, Vingegaard è tornato in sella: «Io e mia moglie abbiamo capito che avrei dovuto continuare a fare il ciclista perché è la mia passione. Ma quando ero in ospedale, proprio non pensavo al Tour de France. Quando sei in terapia intensiva, non puoi neanche andare in bagno, figurati se puoi pensare al Tour. Abbiamo parlato molto del modo nel quale devo comportarmi in gara. Siamo d’accordo sul fatto che, se mi rendo conto che la situazione è troppo pericolosa, rallento e piuttosto provo a recuperare dopo. L’ho fatto anche durante la tappa sul Massiccio Centrale del Tour 2024, quella che poi ho vinto».

Da qui il racconto della vittoria: «Pogacar aveva attaccato poco prima di una discesa e io non volevo correre rischi. Quindi, ho perso un po’ di tempo in quel frangente. Sulla questione cadute, io sono sempre stato molto disinvolto. Pensavo che cose gravi a me non sarebbero mai successe, perché sono bravo a guidare la bici e perché so schivare gli incidenti. Ma a un certo punto succede e basta», ha concluso il danese.

(Photo credits: Shutterstock)