Fantabici e lavatrici: i bolidi del record dell'ora
Il 3 giugno ricorre la Giornata mondiale della bicicletta. Per celebrarla BIKE vi propone una serie di articoli e curiosità sulla storia delle due ruote a pedali, dalle origini all’e-bike.
La bicicletta di oggi, anche nei suoi modelli più moderni, non è poi così differente dalla safety-bicycle di fine '800. La bici aveva già raggiunto la forma perfetta nei suoi primi decenni di vita. Sono cambiati i materiali, i componenti, persino gli scopi, ma molto poco è stato modificato sulle geometrie, tranne per l'aerodinamica. E se c'è un ambito in cui la ricerca aerodinamica si è spinta al massimo, quello è proprio il record dell'ora.
Il 19 gennaio 1984 Francesco Moser supera il muro dei 50 chilometri con un capolavoro scientifico. Il suo 50,808 arriva su una bici unica: ruote lenticolari di dimensioni diverse, telaio inclinato e manubrio slanciato in avanti. È il debutto trionfale della scienza avanzata nel ciclismo.
Per scardinare il dominio degli scienziati ci voleva, peràò, un visionario. Il 17 luglio 1993 Graeme Obree supera il record pedalando un'ora con il petto appoggiato al manubrio e le braccia piegate, come uno sciatore in posizione 'a uovo'. Il mezzo è auto-costruito, con un telaio minimale e i cuscinetti ricavati dalla centrifuga della lavatrice di casa.
La corsa verso il record dell'ora raggiunge il suo acme nel '96, quando Chris Boardman si spinge a 56,375 con un telaio monoscocca sul quale pedala a braccia tese in avanti, allungato sulle prolunghe. Il suo risultato è ancora la “miglior prestazione umana sull'ora”, ma per il record dell'ora tutto cambia nel 2000, quando l'Uci bandisce le bici sperimentali.
L'inseguimento al record prosegue (il detentore ora è Victor Campenaerts con 55,089) ma per le innovazioni più bizzarre bisogna rivolgersi ormai solo ai tornei di velocità per mezzi auto-costruiti.
Rileggi tutti gli articoli precedenti (cliccando sul titolo):
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(Foto: Shutterstock)