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Basilicata da scoprire

Articolo pubblicato su BIKE Volume 6 edizione Autumn ottobre-dicembre 2021

Basilicata on my mind. Dove il tempo è lento e lo spazio è immenso. Blu, verde, giallo paglierino. Il mare, il cielo, i boschi di castagno e le foreste di querce, le balle di fieno nei campi agricoli e quella roccia con i paesi attaccati addosso. Ogni suo paesaggio ha un effetto scenografico strepitoso. A pensare una musica da abbinare a questa terra, viene in mente solo il jazz. Libertà in movimento.

Questo è un viaggio con le mani sul manubrio e il fiato sospeso. In autunno come in primavera. Si sceglie di uscire da ogni comfort zone per azzardare un turismo su due ruote, così come scrive Mario Tozzi nella prefazione al libro Transumanza dei tre mari di Andrea Satta, frontman dei Tetes de Bois e ciclista appassionato, e altri amici pedalatori che con lui, in sette giorni, sono partiti da Maratea, con lo sfondo del Tirreno, per attraversare il selvaggio Pollino, l’incantevole Matera e poi giù fino alla costa, dallo Ionio all’Adriatico, dalla piccola Policoro alla città pugliese di Mola di Bari. Tutto intorno lo spettacolo di una regione silenziosa.

L’aspettativa è quella che si ha quando si è seduti a tavola in attesa di un piatto della tradizione culinaria lucana preparato dalle migliori mani, povero e genuino, come l’acquasale dei pescatori, con baccalà e peperoni cruschi, come le invitanti lagane e fagioli, o il pane con la frittata che Rocco Papaleo ha divinizzato nel film Basilicata Coast to Coast.

Si parte da piazza Buraglia, il baricentro di Maratea, e si sale lungo i tornanti fino al Passo Colla, a 598 metri sul livello del mare. Si attraversa Trecchina e poi si raggiunge Rivello. Ventisette chilometri per arrivare a uno dei borghi medievali più affascinanti della Basilicata. L’obiettivo è attraversare la Valle del Noce, raggiungendo Monticello e la vecchia stazione calabro-lucana dismessa già diversi anni fa. L’area è stata riqualificata in una greenway: si corre come treni su una ciclabile che passa sotto gallerie, ponti e vecchi passaggi a livello, lungo lo stesso tratto dei binari che hanno smesso di funzionare negli anni Settanta. Si ammirano le grandi opere dell’ingegneria del passato. Servono luci e una giacca antivento. In poco più di trenta chilometri ci si ritrova immersi nel verde della Valle del Mercure fino al rifugio Fasanelli, dove si respira già il Pollino, parco nazionale. Questi sono ottanta chilometri di strada asfaltata per una pedalata di uno o due giorni.

Volendo proseguire, poi, si può scegliere di organizzare delle tappe anche culturali, nei piccoli centri diventati parchi letterari, come Valsinni e il castello di Isabella Morra. Oppure Tursi e il centro studi Albino Pierro. Più vicino alle strade affacciate sul mare da sogno di Maratea, c’è un altro angolo di paradiso che è il lago Sirino. Qui ci si arriva anche con i bambini, alla conquista di un gelato dopo circa quattro chilometri di ciclabile. La Basilicata è una scoperta, l’innamoramento di un connubio perfetto della storia e della natura. Pedalata dopo pedalata. In compagnia, e sempre attrezzati, può rappresentare uno di quei viaggi alla ricerca della felicità dentro paesaggi che a volte sono una pellicola cinematografica, altre volte i versi di una poesia. Un incontro necessario per quei piedi che spingono per conoscere e raccontare.

(Foto Giuseppe Maimone, Studio35 Maratea)