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Chiappucci
Stefano Scacchi

Claudio Chiappucci e il suo inno alla libertà

Non è solo un libro sulla carriera e la vita di Claudio Chiappucci, ma è un'opera sul ciclismo e sulla sua bellezza anche, e forse soprattutto, dopo la fine dell'attività agonistica. Per rendersene conto basta leggere le prime righe di 'Claudio Chiappucci, i luoghi del Diablo', scritto dal campione di Uboldo insieme a Federico Vergari (con prefazione di Guido Meda) per la collana Ad maiora semper dell'editore Lab Dfg, presentato per la prima volta venerdì scorso a Sezze, in provincia di Roma.

Chiappucci"Uscire in bicicletta ogni mattina è diventato una routine. Il mio modo di restare connesso col mondo. Il mio tentativo per dire e dirmi che tutto va bene e che tutto è sotto controllo. Non esco più per cercare la performance, ovvio. Esco per sentirmi libero", scrive Chiappucci nel primo capitolo per spiegare subito quanto è forte ancora adesso il suo rapporto con la bicicletta che, ad oltre 35 anni dal ritiro, rimane il suo strumento di lavoro nella sua vita fatta di coaching, convention per spiegare la leadership ai quadri aziendali, formazioni di giovani ciclisti oltre alla partecipazione a tante gran fondo in giro per il mondo dove viene invitato come testimonial. Una di queste è la Granfondo Diablo in Val Formazza. Non a caso la prossima presentazione sarà a Domodossola (Cappella Mellerio) venerdì prossimo, organizzata da Ossola Cycling Team che ha ideato anche la bellissima cronoscalata 'L'ultimo scatto' per ricordare Marco Pantani, collocata nello stesso fine settimana della Gf Diablo.

chiappucciQualche pagina più in là c'è anche una bellissima citazione di Alfredo Martini: "Andare in bici fa bene al capo e all’umore. Chi va in bici fischietta, pensa, progetta, canta, sorride. Chi va in macchina s’incattivisce o s’intristisce. La bicicletta non mi ha mai deluso. La bicicletta è sorriso e merita il premio Nobel per la pace". Sono frasi che uniscono chi è stato capace di vincere la Milano-Sanremo ed epiche tappe al Tour de France a ogni appassionato, un legame che forse non esiste in altri sport. Poi c'è tutto il resto: il racconto della folle fuga del Tour del 1990, l'impresa incredibile del Sestriere alla Grande Boucle del 1992, la mitica Milano-Sanremo vinta con azione imprevedibile nel 1991 (tutto reso entusiasmante dalla magnifica inimitabile voce di Adriano De Zan spesso ricordato nel libro). Poi gli inizi vicino a casa, l'infortunio in Svizzera appena arrivato alla Carrera, il periodo difficile e la fiducia della sua squadra, la voglia di diventare calciatore da ragazzino rimasta sotto forma di tifo molto acceso per la Juventus, la rivalità diventata amicizia con Gianni Bugno, il legame con Pantani, la difficoltà a tenere il passo del fenomenale Indurain, la nascita del soprannome Diablo durante una corsa a tappe in Colombia, il profondo amore per papà Arduino e mamma Renata, il rimpianto per la morte del padre che non ha potuto vedere i suoi successi da professionista. E un aneddoto molto curioso: papà Arduino è stato compagno di prigionia di Fausto Coppi in Nord Africa durante la Seconda Guerra Mondiale. Anche lì è cresciuto l'amore della famiglia Chiappucci per il ciclismo.

Chiappucci Bellissima nel finale del libro la lettera scritta da Chiappucci alla mamma Renata, piena di amore (tra le pagine ci sono anche le lettere inviate al Diablo da Indurain e Bugno). Poco prima i lettori potranno apprezzare la chiusura dell'ultimo capitolo che fotografa perfettamente lo spirito degli atleti come Chiappucci, quelli che restano nei ricordi per come hanno vinto più che per il numero delle vittorie. Chiappucci immagina un dialogo con un tifoso che lo ringrazia incontrandolo per caso. Questo appassionato, durante la conversazione, non lo ringrazierà per una maglia o una vittoria, ma per questo motivo: "Vuoi mettere tutto questo con l’essere stato per qualcuno, in un preciso momento della sua vita, un sogno e una promessa di libertà?". Ancore quelle parole: sogno e libertà. L'essenza del ciclismo e dello sport che diventa epica. 

(Photo credits: Ossola Cycling Team e Lab Dfg)