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Jay Vine, vincitore della 6a tappa della Vuelta
Enrico Salvi

Vuelta a España, tappa 6: vince Vine, il norvegese Træen in maglia rossa

La prima tappa pirenaica regala qualche piccola sorpresa, ma non alla voce “vittoria”. Dopo la cronosquadre di ieri, altra tappa conquistata dalla UEA Emirates, stavolta con la fuga solitaria di Jay Vine, che lascia i compagni di fuga ai -21km e conquista la terza vittoria in carriera alla Vuelta. Vingegaard riesce a lasciare la maglia rossa, così ne approfitta Torstein Træen: il norvegese Bahrain Victorious, secondo al traguardo, ottiene in simbolo del primato. Tra i big qualche scaramuccia ma senza distacchi: l’unica vera notizia è la rinuncia definitiva di Juan Ayuso alla classifica generale. Lo spagnolo perde oltre 6 minuti e da oggi in poi si metterà a disposizione del capitano unico Almeida.

Fuga a 10 vincente

Quarta nazione diversa toccata in sei tappe di Vuelta, con lo sconfinamento ad Andorra. Andorra vuol dire Pirenei, Pirenei vuol dire salita: la Olot-Pal Andorra di 170,3 km, presenta 4 GPM e 3500m di dislivello, con l’arrivo alla stazione sciistica di Pal, sopra Andorra La Vella, a 1901m di altitudine. Il primo piatto di un menu fatto di tre tappe molto impegnative per chiudere la prima settimana di corsa.

Dopo aver ripreso la maglia a Figueres, Jonas Vingegaard spera di poterla prestare a qualche fuggitivo anche grazie a una classifica piuttosto corta. In effetti il gruppo di attaccanti di giornata presenta valide credenziali. Subito dopo la partenza da Olot sulla prima asperità di giornata (Collada de Sentigosa, 11,4 km al 4,1% di pendenza media) si forma un drappello composto da Vine (UAE Team Emirates), Castrillo (Movistar), Vervaeke e Garofoli (Soudal Quick-Step), Debruyne (Alpecin-Deceuninck), Ryan e Shaw (EF Education), Armirail (Decathlon), Lorenzo Fortunato della XDS Astana e Torstein Træen (Bahrain Victorious), il più vicino in classifica a Vingegaard, meno di un minuto.

Il gruppo lascia fare e la Visma controlla senza troppa pressione sulla lunghissima Collada de Toses (24,3 km al 3,5%). Nella lunga discesa e falsopiano verso il confine del Principato i fuggitivi aumentano il margine di vantaggio (fino a quasi 7 minuti) prima di un piccolo riavvicinamento del gruppo. Nella penultima salita, l’Alto de la Comella (4,2 km all’8% di media e punte del 12%) Jay Vine rompe gli indugi e nel prendere i punti per la classifica della maglia a pois va via da solo a -21 dal traguardo. Al suo inseguimento i contrattaccanti sembrano più ingaggiati nella lotta per la maglia roja: all’imbocco dell’ultima salita per Pal (9,6 km al 6,3%,) l’australiano ha 1 minuto netto che amministrerà agevolmente su Træen, che si avvantaggia sui diretti rivali di fuga.

Dietro la Lidl-Trek fa il ritmo in testa al gruppo. Un ritmo non insostenibile che però fa subito una vittima eccellente: ai -6 km si stacca Juan Ayuso, segnando un’ulteriore rinuncia dello spagnolo a fare la classifica generale. Prima Verona, poi Bagioli lanciano Giulio Ciccone ai -3, con Vingegaard l’unico subito alla sua ruota. Davanti Jay Vine trionfa tutto solo, per la terza vittoria in carriera alla Vuelta, secondo a 55” Træen che conquista la maglia roja, terzo di tappa Lorenzo Fortunato. Almeida riporta sotto i migliori e poi scatta, ci sono delle scaramucce ma la situazione rimane cristallizzata nell’ultimo km. Il gruppo principale arriva così a oltre quattro minuti: presenti Vingegaard, Almeida, Ciccone, Hindley, Pellizzari, Gall, Bernal, Tiberi, Pidcock e Riccitello. Perdono contatto Gaudu, Buitrago, O'connor e Landa, arrivati a 28”, mentre Juan Ayuso naufraga a oltre 10 minuti dal vincitore. In classifica generale dietro a Træen secondo Armairail (+31”), terzo Fortunato (+1’01”), con Vingegaard primo dei big a oltre due minuti e mezzo.