
Luca Vergallito, una Vuelta a España a caccia di riscatto e 20 watt in più
20 ottobre 2024-23 agosto 2025: dopo 307 giorni Luca Vergallito è riuscito finalmente a spillarsi il numero sulla schiena e tornare a pedalare sulle strade nostrane. Per farlo, una volta costretto a rinunciare per un problema al soprassella al Giro d’Italia, il 27enne lombardo ha dovuto attendere agosto e la Vuelta a España che quest’anno, in via eccezionale, è scattata proprio dal Bel Paese. Per la prima volta quindi in questa stagione “Il Bandito” ha potuto ricevere “in casa” il caloroso abbraccio dei suoi tanti tifosi i quali, dopo aver apprezzato la sua incoraggiante prima parte di stagione, sperano a partire dalla corsa a tappe iberica di poter ammirare un finale di 2025 in crescendo da parte sia e, chissà, magari anche festeggiare la sua prima vittoria da professionista.
La Vuelta da questo punto di vista, per uno scalatore come lui, rappresenta un’opportunità molto ghiotta visto che salite e tappe di montagna costituiscono storicamente il menu principale di una manifestazione dove il classe 1997 dell’Alpecin-Deceuninck ha già saputo mettersi in evidenza. L’anno scorso infatti, in quello che fu il suo primo Grande Giro della carriera, Vergallito cullò da vicino il sogno della vittoria di tappa lanciandosi in avanscoperta in un paio di occasioni.
Da quelle giornate il corridore milanese è uscito con la consapevolezza di potersi giocare qualcosa d’importante in una corsa a tappe di tre settimane e, come lui stesso ha ammesso in un secondo momento, di aver bisogno di una ventina di watt in più per contendere seriamente ad atleti col suo stesso profilo la vittoria nelle frazioni più impegnative. Inevitabile dunque, incontrando il diretto interessato in questi giorni in Piemonte, chiedergli come abbia lavorato per colmare questo gap da lui stesso individuato. “In realtà non ho cambiato granché il mio modo di lavorare. Di base, infatti, quello che conta per me è sempre riuscire a capire gli errori che si fanno in allenamento prendendo nota dei riscontri e delle sensazioni che si hanno e da queste, successivamente, risalire a dove si è sbagliato per evitare di ripetere lo stesso passo in futuro. In sostanza, dunque, da una stagione all'altra non apporto mai cambiamenti davvero significativi nel mio modus operandi ma semplicemente vado ogni volta a ricercare quel quid in più per poter migliorare. Vedremo se questo nelle prossime settimane mi porterà ad avere o meno quei 20 watt”.
In attesa di constatare se questo incremento di potenza si concretizzerà sulle strade della Vuelta, possiamo già dire però che Luca si è presentato al via di Torino convinto dei propri mezzi e desideroso di far bene dopo il boccone amaro che è stato costretto a mandar giù con la rinuncia al Giro d’Italia. “Chiaramente mi è bruciato molto non poter essere alla partenza del Giro, ma spero di rifarmi qua dove grazie a queste prime tappe in Italia sembra quasi di essere alla Corsa Rosa. A livello mentale posso dire di essere pronto e spero di fare bene. Da un punto di vista fisico, avendo saltato un mese o due di corse, potrei essere un pochino più fresco degli altri ma questo è un aspetto legato, in generale, non solo a quanto si corre ma anche a come vengono gestiti gli allenamenti”.
A proposito di gestione dell’allenamento, Vergallito in questi mesi ha dato ulteriore prova della propria competenza accompagnando nelle vesti di preparatore il neocampione italiano Filippo Conca alla conquista del titolo tricolore di Gorizia, un traguardo oltremodo prestigioso che inizialmente però aveva i connotati del sogno irrealizzabile. “All'inizio dell'anno posso dire che onestamente non credevo fosse possibile - ha ammesso con grande sincerità Luca - da esterno vedevo quello dei Campionati Italiani come un obiettivo difficilmente realizzabile tant’è che gli ho detto: 'Va bene, prepariamolo, però tieni in conto anche il gravel che secondo me può essere una buona opportunità per te'. Filippo, invece, già da novembre 2024, ha puntato e creduto al 100% di potercela fare e ci è riuscito, quindi chapeau a lui: mettere nel mirino un traguardo così lontano e centrarlo con tutte le difficoltà del caso non è assolutamente da tutti. Io l'ho accompagnato in questi mesi allenandolo e sono fiero di aver lavorato con lui come un vero duo: a volte sono stato io a dover ascoltare lui, altre volte è stato lui a dover ascoltare me e dunque, avendo collaborato in questa maniera, alla fine possiamo dire che i meriti siano di entrambi”.
Con la firma alla Jayco-AlUla successiva alla vittoria tricolore, Conca e Vergallito si ritroveranno ora da avversari ad incrociare i rispettivi cammini nel World Tour, livello questo a cui aspirava un ragazzo ambizioso e appassionato a cui Luca era molto legato e che purtroppo, dal 16 luglio scorso, non è più con noi. Samuele Privitera aveva condiviso parecchi momenti e allenamenti con Luca e la sua ragazza Chiara trovando in loro “due fratelli”, come li aveva definiti a suo tempo, in grado di “aiutarlo tanto” nel perseguire il suo sogno. La tragedia che l’ha coinvolto al Giro della Valle d’Aosta non poteva quindi non toccare nel profondo Luca che però, come lui stesso ci ha detto, porterà per sempre con sé i giorni passati insieme a Samuele e tutto ciò che, durante il tempo trascorso in sua compagnia, il giovane ragazzo ligure ha saputo trasmettergli. “È difficile individuare un solo aspetto. Samuele era una persona super positiva, animata da una grinta grandissima e questo forse, al pari della positività che aveva, è ciò che di suo porterò per sempre con me”.
Con questo ricordo, voglia di riscatto e la sua lucidità nell’analizzare corsa e avversari, Vergallito proverà, tra caccia alle tappe o lotta per una buona generale, ad ergersi protagonista alla Vuelta 2025 tentando di ottenere qualcosa in più rispetto 365 giorni fa e, a prescindere dai risultati, incamerando nuovi feedback per continuare a fare ciò che ha fatto in questi ultimi anni: migliorarsi.
(Photo Credit: Photonews)