
Maria Canins, la leggenda della campionessa indomita
La definizione che dà il titolo al documentario arriva dalla sua grande rivale, poi diventata grande amica: "Maria era indomita", dice Francesca Galli, la numero uno del ciclismo italiano negli anni '80 prima che arrivasse il ciclone Maria Canins. Alla fuoriclasse di La Villa è dedicata l'opera voluta dalla famiglia Rana e presentata nei giorni scorsi a Imola, in occasione dell'ultima tappa del Giro Women: 'Indomita-Storia di Maria Canins' (visibile sul canale YouTube dell'azienda Giovanni Rana), prodotta da Diaviva per il noto pastificio industriale, i cui proprietari hanno un legame speciale con la due volte vincitrice del Tour de France femminile (1985 e 1986), capace di dominare in un'altra disciplina dopo aver già conquistato tutto nello sci di fondo (oltre alla comune passione per il ciclismo, Maria Canins è stata maestra di sci di alcuni componenti della famiglia Rana sulle piste di Corvara).
“Il ciclismo è uno sport che pratico da tanti anni e l’incontro con Maria Canins gli ha dato un significato ancora più speciale - spiega Gian Luca Rana, amministratore delegato del Pastificio Rana - l’ho conosciuta più di venti anni fa a Corvara ed è nata un’amicizia profonda. Da allora ho avuto la possibilità di frequentarla e pedalare insieme, apprezzandone così non solo la grandezza sportiva, ma anche l‘eccezionale umanità, fatta di spirito di sacrificio, passione e resilienza. Il contrasto tra il medagliere di Maria Canins e la sua umiltà è fortissimo, per me fonte di ispirazione costante. L’idea di realizzare questo film è nata dalla volontà di condividere con più generazioni la storia di una donna che ha saputo vivere ogni sfida con autenticità e coraggio, lasciando un segno profondo non solo nello sport, ma nella capacità di affrontare la vita quotidiana".
"Quando ho iniziato a pedalare, correvo per passione, per libertà, senza immaginare che un giorno la mia storia potesse diventare fonte d’ispirazione per altre donne. Questo documentario - racconta Maria Canins - è un viaggio nella mia vita, ma anche un modo per dire ai giovani che ogni traguardo è possibile, anche quando sembra lontano. Sono davvero grata alla famiglia Rana e in particolare a Gian Luca, che stimo profondamente, per aver generato questa incredibile opportunità di raccontare la mia carriera sportiva e, attraverso questa, i valori che da sempre hanno spinto il mio essere: forza, determinazione, curiosità, e la gioia di mettersi sempre in gioco. È un grande onore sapere che il mio percorso possa ancora oggi parlare al cuore di tante persone."
Nel documentario, oltre a Francesca Galli, intervengono, Roberta Bonanomi, campionessa del mondo nella cronosquadre del 1988 insieme alla stessa Maria; Alfredo Bonariva, storico preparatore atletico del ciclismo femminile, che ha accompagnato Maria negli ultimi anni di carriera; Francesco Moser, grande amico di Maria, con la quale ha condiviso tante pedalate insieme in montagna, senza risparmiarsi divertenti scatti e controscatti. Da ogni intervento emerge la grande caratteristica che ha guidato la carriera della leggenda sportiva della Val Badia: la sua refrattarietà a ogni tattica e strategia di corsa, a ogni indicazione imposta dall'alto. Maria partita quando se lo sentiva e attaccava sempre. “Faccia al vento e vento in faccia”, dicevano della sua tattica di corsa. Un indole ribelle e libera, che la porta a esprimere sempre pareri sinceri e senza mediazioni, come emerso anche dall'intervista concessa da Maria al numero 20 del magazine Bike, uscito lo scorso gennaio.
Una voglia di sfida e divertimento, tramite lo sport, che le ha permesso di vincere tutto nel ciclismo nonostante l'approdo alle due ruote a 32 anni, quando era già mamma. Maria scherza sul fatto di aver gareggiato in quegli anni con atlete molto più giovani di lei: "Ci dicevamo cose simpatiche in gruppo. Quando scattavo, le avversarie talvolta mi urlavano 'Dai, befana'. E altre cose simili. Ridevamo tutte". A dimostrazione della sua grande ironia. Il documentario si chiude con una delle frasi più famose di Maria Canins: "Ogni volta che vedevo una discesa o una salita, io ho sempre scelto di pedalare verso la montagna”. Sullo sfondo le meravigliose montagne della conca di Corvara, viste dalla salita del Campolongo. Percorsa centinaia di volte da Maria, l'indomita campionessa dello sport italiano.