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Pogacar-Vingegaard, cosa ci lascia il Delfinato

Enrico Boiani

Pogacar-Vingegaard: ecco cosa ci lascia il Giro del Delfinato

Novantanove. Tadej Pogacar, con il successo della classifica generale del Giro del Delfinato, è arrivato a sfiorare la tripla cifra di vittorie World Tour in carriera. Numeri spaventosi per lo sloveno classe 1998, che con grandi probabilità raggiungerà quota 100 nel corso del prossimo Tour de France. Il Campione del Mondo, dopo la grande prova al Critérium du Dauphiné, si candida a favorito numero uno per la prossima Grande Boucle, non solo per il suo ormai perenne status di corridore completo e totale, ma anche e soprattutto per quanto fatto vedere nel corso del Delfinato stesso. 

La reazione dopo la difficoltà

Pogacar è stato sconfitto, e nemmeno di poco, nel corso della cronometro del Delfinato. Oltre alla super prestazione di Remco Evenepoel, lo sloveno ha pagato dazio anche nei confronti di Jonas Vingegaard e Matteo Jorgenson, apparendo decisamente più appannato rispetto ad altri ITT disputati. Poi però, l'alfiere della UAE Emirates-XRG ha reagito alla grande nelle due tappe regine della corsa, rifilando più di 1'15'' complessivi a Vingegaard e annientando totalmente la concorrenza. Evenepoel è naufragato sulle salite, l'unico a difendersi oltre ai due colossi della scalata è stato il tedesco Lipowitz della RedBull-Bora-Hansgrohe (sui cui bisognerebbe aprire un capitolo in relazione con Primoz Roglic in ottica Tour de France). La cosa più interessante che ci lascia questo Delfinato però non è il fatto che Pogacar abbia vinto, ma di come lo abbia fatto: Tadej ha lasciato al palo Vingegaard dopo pochissimi metri nella prima salita davvero dura, per poi gestire sia nella stessa frazione che in quella successiva. Insomma, una facilità disarmante di scalata che gli ha permesso addirittura di poter rallentare e controllare i suoi rivali. 

Un Vingegaard diverso

E Jonas? Il danese è stato ancora una volta surclassato dal suo antagonista di sempre, ma il suo modo di correre è apparso differente rispetto al recente passato. Paradossalmente è crollato più facilmente anche in relazione al Tour de France 2024 (dove rientrava in tempo record post caduta al Giro dei Paesi Baschi), ma fin dalla prima tappa del Criterium si è dimostrato più frizzante del solito. Qualche chiacchiera con Pogacar pre e post frazione (cosa di fatto mai accaduta in passato), tanti sorrisi e persino l'attacco a sorpresa che poi lo ha portato al secondo posto in volata alle spalle dello sloveno. E a proposito di sprint, il corridore del team giallonero si è anche voluto imporre nel corso dell'ultima tappa proprio su Pogacar, nonostante Tadej abbia completamente lasciato la seconda piazza al suo rivale senza battere ciglio. Al netto del ko su tutti i piani, Vingegaard sembra essere pronto, per lo meno dal punto di vista mentale e psicologico, per la Grand Boucle 2025: lo spettacolo tra i due sarà (ancora una volta) assicurato.

Evenepoel, Milan e gli altri

Un lampo nel buio: così potremmo definire la cronometro magistrale di Remco Evenepoel in questo Giro del Delfinato. Il belga è stato l'unico a mantenere una media oraria superiore ai 50 km/h (50.1 per l'esattezza), ma dopo il capolavoro a tempo è evaporato non appena le pendenze si sono alzate. Nelle ultime tre tappe Remco ha sofferto e parecchio, venendo staccato spesso da Lipowitz e talvolta da Jorgenson. Se il belga vorrà competere (anche in futuro) per la classifica generale dei grandi giri, dovrà fare uno step importante in salita: il livello attuale non basta. 

Potremmo fare un discorso simile anche per Jonathan Milan, che ha trionfato nella seconda tappa andando anche ad indossare nella terza la maglia gialla di leader. La volata della quarta tappa, chiusa al quinto posto nonostante il bel lavoro della Lidl-Trek, deve essere un segnale d'allarme per l'azzurro. La qualità c'è, la potenza c'è, la squadra c'è: bisogna "solamente" concretizzare e capitalizzare il più possibile. 

Lo sguardo verso il Tour de France

Con un Pogacar a questi livelli, che andrà a caccia della vittoria numero 100 e del quarto Tour de France da mettere in bacheca, un Vingegaard sulla carta più vivace, un Remco Evenepoel che deve ritrovare smalto e prestazione e tante squadre e corridori che cercheranno gloria per infilarsi in mezzo al duopolio UAE-Visma, quello che è certo è che dal 5 luglio ne vedremo delle belle. Dai nastri di partenza di Lille il Tour de France 2025 si prospetta come uno dei più interessanti degli ultimi anni. 

(photocredits: Instagram, @criteriumdudauphine)