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Kaden Groves, vincitore della 20a tappa del Tour de France
Enrico Salvi

Tour de France: Groves vince in solitaria, Pogacar in giallo, Milan vince la maglia verde

Kaden Groves conquista la penultima tappa del Tour de France, la Nantua-Pontarlier al termine di una fuga affrontata da assoluto protagonista. L’australiano della Alpecin stacca i compagni di fuga a 16 dall’arrivo dopo mille stravolgimenti. Giornata tranquilla per i big della classifica con Pogacar che si avvicina sempre più a Parigi.

Fuga di 13

L’ultima tappa prima di Parigi, da Nantua a Pontarlier, non presenta le asperità delle Alpi appena passate, ma non si tratta di una semplice tappa di trasferimento. 184 km con 4 GPM, quasi 3000m di dislivello e nessun metro di pianura con l’incognita della pioggia per un gruppo stanchissimo, come dichiarato dalla maglia gialla.

Pronti via ed è la EF ad animare la corsa per portare via una fuga che alla vigilia avrebbe valide credenziali di arrivo in porto. Prima Asgreen, poi Powless, Sweeney e lo stesso Ben Healy hanno provato ad allungare tra i vari pretendenti alla tappa odierna, ma senza successo. Nemmeno la prima salita di giornata (il 3° categoria del Col de la Croix de la Serra, 12,2 km al 4,2%) risolve la questione mente comincia a diluviare. Al GPM passa per primo Louis Barré della Intermarchè, consegnando matematicamente la maglia a pois definitiva a Tadej Pogacar.

In discesa è Davide Ballerini a tentare il tutto per tutto sul bagnato e ad avvantaggiarsi nei confronti del gruppo, già piuttosto frastagliato da una bagarre durissima per la fuga, ma è sulla côte successiva che inizia a formarsi l'attacco di giornata. Prima in 3 (Wellens, Jorgenson e Costiou) poi raggiunti da Eenkhoorn, Sweeny, Gregoire, Groves, Romeo, van den Broek, Stewart, gli italiani Trentin e Velasco più Jegat, con quest’ultimo (11° nella generale) che vuole attaccare la Top10 di O’Connor.

Groves in solitaria

Ai -60, sulla penultima e più dura salita (la Côte de Thesy, 2a categoria di 3,5 km al 9%) Harrison Sweeney prova l’impresa solitaria staccando Jegat e gli altri compagni di fuga. L’australiano della EF guadagna quasi un minuto, ma quando sembrava fatta arriva la reazione dei contrattaccanti e alla base dell’ultimo GPM di giornata ai -30 il gruppetto torna compatto mentre il gruppo maglia gialla viaggia con 5’ di ritardo.

Sul 4a categoria della Côte de Longeville sono Groves, Velasco e Gregoire i più attivi e portano via un gruppo più ristretto che sulla discesa successiva ai -21 esplode a causa di una curva a destra presa troppo forte da Ivan Romeo. Lo spagnolo della Movistar va a terra sbattendo violentemente contro il marciapiede traendo in inganno anche Gregoire (a terra a sua volta) e Velasco, che va dritto per non cadere.

Rimangono così davanti Stewart, Groves e Van den Broek, il cui accordo dura poco e così Kaden Groves allunga ai -16. È l’azione vincente. Alle sue spalle prevale il tatticismo e così il corridore australiano s’invola da solo verso il traguardo, iscrivendosi (come ha fatto Tim Wellens in questo Tour) nel club dei corridori in grado di vincere tappe in tutti e tre i grandi giri (7 tappe alla Vuelta più due al Giro, l’ultima a Napoli quest’anno).

Terza vittoria per la Alpecin col terzo corridore diverso (dopo la doppietta Philipsen-Van der Poel nelle prime due tappe). Secondo van den Broek, terzo Eenkhoorn, quarto uno sfortunato Simone Velasco. Il gruppo maglia gialla, che ha vissuto una tappa relativamente tranquilla, arriva a 7 minuti di ritardo: Jegat riesce nella missione di scavalcare in classifica O’Connor e conquistare la Top10 prima della tappa di Parigi. Con l’ordine d’arrivo odierno è ufficiale anche la matematica conquista della maglia verde da parte di Jonathan Milan: nessuno può superarlo a Parigi in un frazione quest’anno aperta non solo ai velocisti con la salita di Montmartre da fare tre volte.

(Photo credits: A.S.O./Charly Lopez)