
Tour de France 2026, Vingegaard preoccupato dalla partenza a Barcellona
Mentre si stanno disputando i Mondiali in Ruanda – per la prima volta in Africa – con il grande smacco che Remco Evenepoel ha inflitto a Tadej Pogacar (lo sloveno ha mancato il podio per un secondo) nella crono, c’è chi si preoccupa già del Tour de France 2026. Tra questi, c’è Jonas Vingegaard, fresco vincitore della Vuelta in Spagna. Una manifestazione nella quale le proteste pro Palestina l’hanno fatta da padrone per quanto sta accadendo tra Israele e Gaza: «Penso che se la guerra tra Israele e Gaza continua, potrebbe diventare un problema. Il tempo dirà e dipende dalle scelte che farà il Tour dopo quanto abbiamo visto qui alla Vuelta», le parole del danese.
La riflessione
Nonostante il momento complicato vissuto in Spagna, il corridore danese ha saputo conquistare la maglia rossa davanti ai rivali João Almeida e Tom Pidcock. Però, la preoccupazione è stata davvero tanta: «È stato particolarmente evidente in Spagna – ha continuato il corridore della Visma –. Ci sono state proteste, non così tanto in Italia o Francia. Sembra, quindi, essere più un problema spagnolo». Proteste che, però, non spingeranno Vingegaard a rinunciare al Tour, nonostante la partenza in Catalogna: «Parteciperò alla Grande Boucle ovunque si svolga, che sia a Barcellona o altrove, è così». La situazione è delicata, ma ovviamente tutti si augurano che questo conflitto possa terminare al più presto.
L’attacco
Nei giorni scorsi l’Uci si era complimenta con gli organizzatori della Vuelta, ma aveva attaccato duramente il governo spagnolo. Infatti, era stata questa la presa di posizione della Federazione ciclistica internazionale sulle ripetute manifestazioni degli attivisti pro Palestina che hanno condizionato numerose tappe della corsa spagnola, fino all’annullamento dell’ultima frazione con arrivo a Madrid e conseguente cancellazione delle premiazioni. La Vuelta è stata segnata dalle dimostrazioni dei manifestanti che chiedevano l’estromissione dalla corsa della Israel-Premier Tech per le terribili conseguenze sulla popolazione civile di Gaza della guerra in corso.
(Photo credits: Shutterstock)