
Del Toro studia da mini Pogacar
Nel giro di pochi giorni Isaac Del Toro ha conquistato il Giro dell’Emilia e ha portato il Messico – diventato il 15° paese vincitore nella storia della corsa – nell’albo d’oro del GranPiemonte. La seconda scalata a Castelletto d’Erro è stata decisiva ai fini del risultato finale: nel tratto più ripido, Del Toro si è lanciato dal gruppo, andando a riprendere e staccare Marc Hirschi e Bauke Mollema. I due hanno comunque completato il podio finale. La volata per il quarto posto, a 1’07” dal vincitore, è stata vinta da Fabio Christen, che ha preceduto Michael Matthews e il primo degli italiani, Edoardo Zambanini. «Sono molto orgoglioso e felice dei risultati ottenuti quest’anno. Volevo fare una buona stagione, ma è andata meglio di quanto tutti ci aspettassimo. Il team cerca sempre di migliorare e credo che abbiamo ancora dei margini di crescita – le parole del messicano –. Mi avevano detto che l’ultima salita era dura, ma non immaginavo così tanto; averla affrontata già nel primo passaggio mi ha aiutato a capire cosa fare nella seconda ascesa. Sabato l’obiettivo principale resta aiutare Pogacar (al Giro di Lombardia, ndr), evitando di fargli correre rischi e rimanendo con lui il più a lungo possibile. Lui è una persona splendida».
Il personaggio
Per Del Toro è la 15ª vittoria stagionale, la sua 18ª vittoria da professionista: ha 21 anni e ne compirà 22 il prossimo 27 novembre. Alla stessa età, per intenderci, Pogacar aveva totalizzato 13 vittorie (tra queste però c’era già il primo Tour de France, quello del 2020), salite poi a 17 prima di compiere 22 anni. Metà dei successi da professionista di Del Toro sono arrivati in corse italiane: nove su 18, comprese le ultime sei consecutive, a partire dal Gp di Larciano il 7 settembre. Inoltre, per la Uae è la 92ª vittoria stagionale. Restando alle imprese italiane, Del Toro ha sì perso il Giro alla penultima tappa, cedendo la maglia rosa a Simon Yates, ma col suo secondo posto finale è diventato il più giovane sul podio dal 1940 in avanti. Dai tempi di Fausto Coppi che vinse nel 1940 a 21 anni non ancora compiuti, all’inizio della sua formidabile carriera. Un termine di paragone piuttosto lusinghiero. Insomma, Del Toro continua con il suo obiettivo di diventare grande. Nato a Ensenada, nello stato della Bassa California, il messicano ha superato anche un infortunio al femore – dopo una caduta mentre si allenava con l’AR Monex Pro Cycling Team – nell’estate 2022. Con l’Uae ha debuttato tra i professionisti in Australia, chiudendo terzo al Down Under Classic, dopo aver indossato per tre giorni la maglia di leader della classifica generale. Ma è negli ultimi mesi che Del Toro è cresciuto molto anche sotto l’aspetto mentale e un grande esempio arriva anche da Pogacar, che ha appena vinto Mondiale in Ruanda, Europei in Francia e Tre Valli Varesine. E adesso sarà il messicano ad aiutare lo sloveno nel Giro di Lombardia di domani.
(Photo credits: LaPresse)