
Tiberi, a caccia della consacrazione
Il 2025 non sarà soltanto l’anno della sfida dei tre big – Tadej Pogacar, Remco Evenepoel e Jonas Vingegaard – ma potrebbe segnare la caccia alla consacrazione di Antonio Tiberi, che soltanto due mesi fa ha vinto il Giro di Lussemburgo, dopo essersi fermato sul più bello alla Vuelta alla nona tappa, da quinto in classifica. Nato a Frosinone il 24 giugno 2001, a maggio ha corso il suo primo Giro d’Italia piazzandosi in quita posizione (e con la maglia bianca di miglior giovane), ma alla sua prima vera occasione non ha lasciato scampo agli avversari, conquistando la sua prima breve corsa a tappe da professionista.
Ed è per questo che adesso cerca la consacrazione. Le qualità ci sono, il carattere anche. Ora serve iniziare a costruire, step by step, un sogno per i tantissimi appassionati italiani di ciclismo. Quest’anno ha corso la quinta stagione da pro, ma nel 2019 da juniores ha conquistato il mondo nella cronometro. È successo ad Harrogate, in Gran Bretagna. Nel 2020 è già alla Colpal Ballan, nella miglior formazione Under 23 italiana. Per intenderci, la stessa di Filippo Ganna e Simone Consonni, i due campioni olimpici.
È professionista dal 2021 con la Trek Segafredo. Qui trova il messinese Vincenzo Nibali, per tutti lo “Squalo”. La scalata di Tiberi non si ferma. Anzi, prosegue a gonfie vele. Corre la Vuelta nel 2022 e nel 2023. Prima di trionfare in Lussemburgo, aveva ottenuto una sola vittoria da professionista: il 15 maggio 2022 al Giro di Ungheria davanti (di due secondi) all’irlandese Eddie Dunbar.
Il corridore di Frosinone chiude ottavo al Tour Down Under in Australia e settimo all’Uae Tour negli Emirati nel 2023. Nel 2024 è ottavo al Giro di Catalogna e terzo al Tour of the Alps. Oltre che quinto al Giro d’Italia e primo nella corsa in Lussemburgo. Negli ultimi tempi è migliorato tantissimo: cerca la consacrazione nell’anno nel quale tutti aspettano il duello tra Pogacar, Evenepoel e Vingegaard. Perché sì, il 2025 sarà loro. Ma Tiberi punta a dire la sua e a iniziare a scrivere pagine indelebili nel ciclismo.
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