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Pogacar

Redazione

La top 5 di aprile, domina Pogacar

La top 5 di aprile è il condensato delle grandi classiche del Nord con ben tre monumento. Nessuna di loro è sfuggita al duopolio dei dominatori assoluti dei primi mesi dell'anno: Pogacar e Van der Poel. Lo sloveno ne ha conquistate due, l'olandese una. Adesso, comprendendo la Milano-Sanremo, il bilancio del 2025 è di perfetta parità: 2-2.

1. Tadej Pogacar
Lo sloveno domina al Giro delle Fiandre e alla Liegi-Bastogne-Liegi. In mezzo conquista anche la Freccia Vallone con una facilità disarmante sul Muro di Huy. Ma probabilmente il suo vero capolavoro è il secondo posto alla Parigi-Roubaix. Alla sua prima partecipazione alla Classica delle pietre mette in fila tutti tranne Van der Poel. Eccezionale. Non era il suo terreno. Lo ha sfidato comunque. Coraggio da vendere. 

2. Mathieu Van der Poel
Il secondo degli alieni o il primo del resto del mondo. Di sicuro l'unico che riesce a impedire a Pogacar di dominare tutto. Lo sloveno cade alla Roubaix a causa dell'inesperienza su quel percorso impossibile, ma il fuoriclasse olandese avrebbe vinto comunque su quel terreno. Eccezionale anche la sua capacità di non scomporsi nemmeno di fronte agli incivili che lo bersagliano con lanci di lattine e borracce. Regale e maestoso. Quando un principe può tenere testa a un re. 

3. Mattias Skjelmose
Il 24enne danese vince la classica più divertente di questa campagna tra Ardenne e Fiandre: l'Amstel Gold Race. La più incerta grazie al recupero in coppia con Evenepoel sul fuggitivo Pogacar, per una volta ripreso. Poi il corridore della Lidl-Trek fa il capolavoro battendo i due fenomeni in volata. Alla fine esulta incredulo. I tifosi di tutto il mondo lo ringraziano perché ha riproposto la bellezza delle corse di un giorno, attese dagli appassionati per la possibilità che spunti fuori un outsider in mezzo ai campioni. Sempre più raro, ma è successo ancora grazie a Skjelmose.

4. Remco Evenepoel
Skjelmose ha vinto, ma è stato merito soprattutto del belga se l'Amstel Gold Race ha potuto vivere un epilogo così spettacolare. Senza le sue formidabili tirate, il danese non sarebbe rientrato su Pogacar. E due giorni prima aveva vinto la Freccia del Brabante, la prima gara dopo il lungo stop per la grave caduta di dicembre. Alla Liegi-Bastogne-Liegi non si ripete, ma la spavalderia di Evenepoel è indispensabile in questa fase. 

5. Giulio Ciccone
Non entusiasma al Tour of the Alps, chiuso solo al 4° posto. Due giorni dopo, si capisce perché: il 30enne abruzzese aveva in serbo una grande Liegi-Bastogne-Liegi dove conquista uno splendido secondo posto. Risultato reso ancora più bello dal 4° posto di Simone Velasco e dal 6° di Bagioli. Segnali incoraggianti per il ciclismo italiano.

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(Photo credits: A.S.O./Billy Ceusters)